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Elettra Bedon

Il bottone
Romanzo per ragazzi

ISBN
978-88-86428-59-0
Formato: 14 x 21
Pagine: 88

Prezzo: Euro 14,00

 

 

 

Ti ricordi dell’aquilone? Ti avevo detto che mi succedevano delle cose strane. È cominciato tutto quel giorno di pioggia, quando sono venuta a casa tua. Ho trovato un bottone. Poi ho visto un’aquila al posto della nonna...

...Nel parco ho volato al posto dell’aquilone! Penso che il bottone c’entri, perché ce l’avevo in tasca. Se no, come si spiega? Ma ho pensato che è meglio fare una prova, che ne dici?

 

 

Guarda le illustrazioni di Davide Bignami

...alzando gli occhi vede nella poltrona, al posto della nonna, una superba aquila reale: il becco potente, lo sguardo fiero, il piumaggio folto e lucente.

Eppure, adesso è lei l’aquilone! Sostenuta dall’aria, si stira pigramente facendo schioccare la copertura nera. Com’è bello il mondo visto da quassù! Il prato è un quadrato di verde brillante, e i bambini che vi giocano sembrano formichine. Ma guarda, laggiù in fondo, c’è lo zio Guglielmo! Più in là c’è un laghetto artificiale, sembra uno specchio azzurro incastonato tra gli alberi. E sopra, il cielo.

Per far meglio perdere le tracce, l’agente 006 si è poi mescolato alla gente accalcata in attesa della metropolitana.

- Perbacco, il prototipo è stato rubato!, esclama il professor Speranza aprendo quella che credeva la scatola di materiale speciale.

La sera della scoperta del furto il professore parla ai suoi assistenti dell’investigatore al quale ha affidato il caso.

 

Sempre tenendo in mano il bottone si sdraia sull’erba, all’ombra del melo selvatico. Ha il viso quasi affondato tra i morbidi steli verdi e muove piano la testa per sentirsi solleticare il viso.

- Ehi, tu, si sente chiamare. – Che cosa stai facendo?

Tornato sui suoi passi, l’investigatore cammina sulla riva del fiume e mette in funzione l’apparecchio quando vede un castoro (un manicotto di pelo bruno con due bottoncini neri a una delle estremità) sbucare da un cespuglio sopra il quale si è posato un uccello nero con due macchie rosse sulle ali.

Mentre parlano, i due osservano una farfallina che svolazza vicino alla finestra. “È la stessa che ho visto anche ieri”, pensa Occhipinti, domandandosi se magari il prototipo non sia lì vicino, e la farfalla non sia che l’immagine di una ragazzina spensierata che si gode il sole.

 

- Pronto, sono Pauline. Posso parlare con Sandra?, dice Pauline al telefono. Quando sente la voce della sua amica comincia subito a parlare, eccitata: - Ti ricordi dell’aquilone? Ti avevo detto che mi succedevano delle cose strane. È cominciato tutto quel giorno di pioggia, quando sono venuta a casa tua. Ho trovato un bottone.

L’investigatore la guarda sorpreso. Poi prende il bottone, toglie di tasca una lente d’ingrandimento e cerca l’unico segno che lo distingue da tutti gli altri: incisa vicino a uno dei quattro fori c’è la sigla LRR.

 

Prima che l’investigatore possa intervenire, il bottone sfugge di mano a uno e scivola in un modello di inceneritore, un altro cade sulla leva che lo fa funzionare, un terzo rovescia una lampada Bunsen e dà fuoco ai fogli che contengono i calcoli, i progetti, i risultati dello studio di anni.

Manca ancora mezz’ora alla partenza e, mentre aspettano, l’investigatore offre loro un gelato. Pauline pensa al bottone, e all’effetto che ha avuto su di lei.

 

Elettra Bedon, nata a Padova, dopo aver completato gli studi in Italia si è trasferita a Montréal (Canada) dove ha conseguito, presso la Mc Gill University, un dottorato di ricerca, approfondendo gli studi sulla letteratura in lingua veneta del ventesimo secolo.

Ha pubblicato, novelle e romanzi per ragazzi, poesie e saggi su poeti in lingua veneta. Ha curato la sezione "Veneto" in una antologia in inglese, dedicata alla poesia nei dialetti dell’Italia settentrionale.

Ha già pubblicato:
 

Le chemin de Marie, (méditer le Rosaire),Novalis, Ottawa, 2007

Writing Beyond History, (An Anthology of Prose and Poetry), Cusmano, Montreal, 2006, pp.34-38.

Yoshua, Manni, San Cesario di Lecce, 2005.

Shaping History,(L’identità italo-canadese nel Canada anglofono),Forum, Udine, 2005, pag. 163-167.

L’évangile en tableax, Mediaspaul, Montréal, 2005

Liber Miscellus Canadensis (poesia), Marsilio, Venezia, 2002

Dopo una vita vissuta (poesie), in The Dynamics of Cultural Exchange, Cusmano Communications, Montreal, 2002, pp. 141-146.

Veneto, in Dialect Poetry of Northern & Central Italy, LEGAS, Brooklyn, NY, 2001, pp.287-359.

Le mani saccadiche di Cesare Ruffato (saggio critico), in I quaderni di Hebenon, Torino, 2000, pp. 14 – 17.

Al di là della veste (saggio critico), Hebenon, Milano, 2000

Il filo di Arianna (letteratura del XX secolo in lingua veneta), Longo ed., Ravenna, 1999

L’angelo sulla terrazza (saggio critico), in Diverse linguE, n° 17/18, Udine, 1998, pp. 133-154.

Con altre parole (poesia), Montfort & Villeroy, Montréal, 1998

Voci di G. (saggio critico), in Diverse linguE, n° 17/18, Udine, 1998, pp. 51-60.

Storie di Eglia (narrativa), Montfort & Villeroy, Montréal, 1998

Mio zio l’investigatore (ragazzi), Montfort & Villeroy, Montréal, 1998

La riflessione poetica di Cesare Ruffato : una lettura strategica, in La Battana, Fiume-Rijeka, 1997, pp. 26-35.

Francesca : immagine esemplare del « declive » dell’etica, in i libri di Steve, n° 22, Modena, 1997, pp. 126-140.

Lingua d’origine (letture ed esercizi per l’ insegnamento dell’ italiano, VI elementare), Montfort & Villeroy, Montréal, 1992

Lingua d’origine (c.s. V elementare), Montfort & Villeroy, 1991

Vi racconto di Gesù (ragazzi), EMP, Padova, 1991

Lingua d’origine (c.s. IV elementare), Montfort & Villeroy, 1990

Lingua d’origine (c.s. III elementare), Montfort & Villeroy, 1989

Ma l’estate verrà ancora (ragazzi), La Scuola ed., Brescia, 1985

Saggi, racconti e poesie sulle riviste di Montréal Viceversa, Moebius, XYZ, Arcade, Arts cinéma lettres, Imagine, Accenti e Descant di Toronto.

 

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… Manca ancora mezz’ora alla partenza e, mentre aspettano, l’ investigatore offre loro un gelato. Pauline pensa al bottone, e all’ effetto che ha avuto su di lei. Si è resa conto di quanto la nonna sia sola, ma troppo fiera per chiedere che le si faccia compagnia. Volando con l’ aquilone si è accorta di come sia bella la natura: ha guardato con occhi diversi il prato, gli alberi, il cielo, le nuvole, gli uccelli. Ha superato la sua istintiva diffidenza verso Marco e si è fatta un nuovo amico.

- Peccato!, sospira.

Occhipinti si è avvicinato alla nipote che è rimasta un po’ in disparte. – Come si farà senza il bottone?, gli domanda la ragazzina. – Fra qualche anno forse ci sarà un altro prototipo, cerca di consolarla lo zio. – Sì, ma intanto…?, dice avvilita Pauline. – Sarebbe stato bello se il mondo fosse cambiato. Ci si potrebbe fare facilmente nuovi amici, come io ho fatto con Marco …

L’ investigatore non risponde.

- Però forse il bottone era inerte, in quel momento, prosegue la ragazzina a mezza voce, quasi tra sé, ed è dipeso da me se ho fatto amicizia … Ma se è dipeso da me posso rifarlo!, conclude illuminandosi.

Alza gli occhi verso Guglielmo Occhipinti che le sorride: - Forse un giorno ci saranno degli apparecchi che cambieranno la gente. Ogni giorno nuove tecnologie permettono di ottenere risultati che non sembravano possibili, prima. Però, se saranno gli apparecchi a farlo, diventeremo tutti come dei robot.

Non è bello pensare che possiamo rimanere umani, e vivere in pace e in armonia? Se io mi comporto da amico con te, tu lo farai con un altro … Chissà, potrebbe funzionare!

Pauline è contenta, ora. Abbraccia lo zio, poi chiama Sandra e Marco perché è ora di partire. – Buon viaggio, divertitevi!, grida Occhipinti ai ragazzi mentre l’ autobus si allontana.

L’ avventura del bottone è finita.

 

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