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Reno Bromuro

Le ali dell'anima
romanzo

ISBN 978-88-86428-32-3
Formato: 13 x 20
Pagine: 256

Prezzo: Euro 15,00

 

 

 

Reno Bromuro scrittore, regista, attore e giornalista nato a Paduli (provincia di Benevento) debutta in teatro con un atto unico «Pascalino ‘o piscatore», nel 1953, in cui affronta il problema degli invalidi permanenti di guerra e, per la prima volta, l’esperienza del teatro che amalgami parola – gesto - suono in contrapposizione alla tradizionalità del teatro italiano.
Nel 1957 fonda a Napoli il «Centro Sperimentale di Ricerca per un Teatro Neorealista», manifestandola nel dramma «Il vaso dei sogni perduti» rappresentato dal 13 dicembre dello stesso anno al Teatro Bracco. Nel 1970, fonda a Roma la Compagnia di Prosa «I Corinti» con la quale, rappresenta nei teatri De’ Satiri, delle Muse, de’ Servi un dramma sui pericoli della droga dal titolo «...Quella Maledetta...» in cui i segni fondamentali parola-suono-gesto-illuminazione sono tutt’uno con l’azione teatrale, che tende a sviluppare nello spettatore l’immaginazione della scenografia e del luogo di azione. Per la prima volta, lo spettatore è chiamato anche a «scrivere» ogni sera, il finale dell’opera. Nasceva il «Teatro dell’Immagine o dell’Immaginazione». Dal 1986 continua la sua ricerca teatrale, con i giovanissimi della Scuola Media Statale San Giorgio di Fregene, Torrimpietra, La Rustica fondata sulla teoria del Teatro povero grotowskiano.

E-mail:  renobromuro3@tin.it

 

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12 giugno 2009

Il 12 giugno 2009 il ns. Reno Bromuro,

autore del romanzo "Le ali dell'anima"

ci ha lasciato.

 

La sua creatività continuerà a vivere nelle opere create nella sua intensa produzione di scrittore,

regista, attore e giornalista.

Ci mancheranno, tra l'altro, i suoi pensieri quotidiani, quelli che con grande generosità dispensava nel giornale on line "Il Baricentro"

sempre ricchi di arguzie, di pensieri elevati, di poesia.

 

12 giugno 2009

 

L'amico ha preso il volo

 

Il giorno 12 c.m. Reno si è spento,lasciando un vuoto in tutti noi.

 

La moglie e i figli

 

12 giugno 2009

 

Vi scriviamo questa mail per comunicarvi la scomparsa di Reno Bromuro, un poeta e critico letterario che ha rappresentato per il nostro sito un punto di riferimento importante. Non abbiamo voluto fare passare inosservato questo momento, offriamo a Reno tutto il nostro affetto e pubblicheremo tutti i suoi lavori che ancora conserviamo nel nostro archivio. Ciao da noi caro Reno non sarà possibile sostituirti ma il tuo ricordo ci spingerà ad andare avanti per rendere sempre più grande lo spazio che la poesia merita nel mondo della cultura.

Santino Gattuso

 

12 giugno 2009

 

Sono profondamente commosso nell'apprendere la notizia della scomparsa di Reno Bromuro; avrei voluto conoscerlo e condividere con lui una piccola porzione dell'arte di scrivere e di vivere; mi unisco a voi nel ricordarlo.
 

Valerio Mello
 

"Leggere:tutti"
Mensile del libro e della lettura
numero 23
ottobre 2007

Bromuro Reno

Le ali dell'anima

 

Della lunga carriere artistica di Reno Bromuro, costellata da numerose pubblicazioni, da illustri frequentazioni e da importanti riconoscimenti, tra cui il conferimento della Targa d'oro della professionalità poetica conseguita nel 1989 dall'Istituto Superiore di Studi Umanistici in Roma  "in virtù delle sue considerevoli benemerenze acquisite nel novero delle belle lettere italiane, non disgiunto dalla serietà con cui conduce la sua attività",  fino ad oggi avevo avuto il piacere di apprezzare solo la cifra poetica, non già il talento di romanziere.

 

Grattarola

 

Settembre/Ottobre 2007

Bromuro Reno - Le ali dell’anima

http://www.lankelot.eu/index.php/2007/09/27/
bromuro-reno-le-ali-dell-anima/

www.biblogit.splinder.com

lunedì,
03 settembre 2007

LE ALI DELL'ANIMA di Reno Bromuro

Edarc Edizioni, 2007
Pagine: 256
ISBN:
978-88-86428-32-3
Prezzo: 15€
 

Dell’illustre parabola biografica di  Reno Bromuro, costellata di ampi riconoscimenti, di famose frequentazioni culturali e di numerose pubblicazioni, fino ad oggi avevo avuto il piacere di apprezzare solo la cifra poetica non già il talento di romanziere. Deciso a colmare questa lacuna ho acquistato la sua ultima fatica editoriale, il romanzo “Le ali dell’anima”, dalla cui lettura ho ricavato una gradevole piacevolezza.

Si tratta di una storia meravigliosa, profonda, coinvolgente che non vorresti finisse mai e che si legge tutta d’un fiato come un bicchiere di acqua fresca in un giorno di solleone.

Fin dalle prime pagine l’autore rivela una raffinata capacità descrittiva quasi inconsapevole, incidendo le immagini con la stessa precisione del pittore sulla tela  e portando la scrittura ad un alto grado di rifinitura.

Pur non muovendosi in una dimensione autobiografica, egli ci consegna attraverso il personaggio di Giovanni, il naufrago esistenziale, il presbite dell’anima, l’albatro baudeleriano deriso dalla ciurma, in cui non solo è facile intuire momenti della vita dell’autore ma addirittura rinvenire la caratteristica inconfondibile di ogni poeta e di ogni artista.

Reno Bromuro non tratteggia in queste pagine un percorso biografico lineare, ma passando attraverso l’infaticabile ricerca d’amore di Giovanni, l’afflizione intensa e disincantata della moglie Marilena, il delicato trasporto sentimentale di Mavie ed il prezioso contributo delle altre presenze femminili che ruotano attorno al protagonista, dipana la matassa di un intenso e coinvolgente romanzo sentimentale, facendoci vivere tutta una vita di affetti, di slanci e di rinunce amare.  

Chiudendo il libro ho provato un autentico sentimento di gratitudine per questo straordinario letterato che giunto al vertice della sua carriera ha deciso di avventurarsi nel labirinto ove sono racchiuse le ragioni che fanno di un artista una creatura fragile ed incompresa, ha affrontato il Minotauro ed è risalito a raccontarcene la storia.

Gian Paolo G.

http://www.biblogit.splinder.com/post/13674291/
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28 Agosto 2007

 

Internet Book Shop. Commenti

Reno Bromuro «LE ALI DELL’ANIMA»

I vostri commenti
Gian Paolo Grattarola (28-08-2007)
Ho acquistato l'ultima fatica editoriale del grande poeta e drammaturgo Reno bromuro, il romanzo “Le ali dell’anima” , dalla cui lettura ho ricavato una gradevole piacevolezza. Si tratta di una storia meravigliosa, profonda, coinvolgente che non vorresti finisse mai e che si legge tutta d’un fiato come un bicchiere di acqua fresca in un giorno di solleone. Fin dalle prime pagine l’autore rivela una raffinata capacità descrittiva quasi inconsapevole , incidendo le immagini con la stessa precisione del pittore sulla tela e portando la scrittura ad un alto grado di rifinitura. Pur non muovendosi in una dimensione autobiografica, egli ci consegna attraverso il personaggio di Giovanni, il naufrago esistenziale, il presbite dell’anima, l’albatro baudeleriano deriso dalla ciurma, in cui non solo è facile intuire momenti della vita dell’autore ma addirittura rinvenire la caratteristica inconfondibile di ogni poeta e di ogni artista. Reno Bromuro non tratteggia in queste pagine un percorso biografico lineare, ma passando attraverso l’infaticabile ricerca d’amore di Giovanni, l’afflizione intensa e disincantata della moglie Marilena, il delicato trasporto sentimentale di Mavie ed il prezioso contributo delle altre presenze femminili che ruotano attorno al protagonista, dipana la matassa di un intenso e coinvolgente romanzo sentimentale, facendoci vivere tutta una vita di affetti, di slanci e di rinunce amare. Chiudendo il libro ho provato un autentico sentimento di gratitudine per questo straordinario letterato che giunto al vertice della sua carriera ha deciso di avventurarsi nel labirinto ove sono racchiuse le ragioni che fanno di un’artista una creatura fragile ed incompresa , ha affrontato il Minotauro ed è risalito a raccontarcene la storia. Gian Paolo Grattarola
 

http://www.internetbookshop.it/code/
9788886428323/bromuro-reno/ali-dell-anima.html

 

Reno Bromuro 

«LE ALI DELL’ANIMA»

romanzo

Tutto ha inizio con questa frase che gli martellava nel cervello: «C'è sempre una storia dietro una cicatrice, che lascia rughe profonde nell’anima». Poi per vincere la lotta contro il martellamento nel cervello si accende una sigaretta e: «Si aggirò per casa come un bambino sperduto. Mai gli era sembrata così immensa! Eppure non era più grande di settanta metri quadrati. Sapeva che la camera dei ragazzi era vuota ma aprì lo stesso la porta, desideroso di vedere qualcuno a letto. La cucina, sempre in disordine, al mattino, per la fretta di non perdere l'auto delle sette meno cinque, era in perfetto ordine; ciò significava che la moglie era uscita dopo i figli. La stanza che fungeva da studio e sala da pranzo gli mise dentro un brivido di gelo. Ritornò nella stanza da letto. Riassettando le coperte provò una stretta al cuore. Che significava quel letto tanto grande, quando ti ci senti solo? L'aveva suggerito tante volte di separarlo: non aveva più nessun significato, scosse la testa e ritornò in cucina. La corrente elettrica andava e ritornava, ad ondate: doveva essere una brutta giornata!...»
Giovanni dialoga con se stesso facendo considerazioni. È un procedimento che riprenderà, più avanti, quando si troverà disteso sul nudo pavimento in attesa di un aiuto che non arriva.  Questo incidente sul piano della narrazione è oggettiva, ciò che, invece, diventa dialogo vero e proprio, con ricordi, rievocazioni, riflessioni, giudizi, anche duri verso se stesso e verso gli altri, quando oramai ha perduto ogni speranza di essere salvato.
Per Bromuro sarebbe valsa la pena di raffrontare con più distacco i propri pensieri  addentrato in fatti che avessero chiarito il male che aveva colpito Giovanni senza trascurare il variare dei piani della narrazione sia in sede di delimitazione sincronica, che interrompendo il flusso della diacronia.
Si può, affrontare, con qualche legittimità, la misura in cui queste valutazioni hanno un fondamento positivo e non sono private prevaricazioni del lettore - ovvero del critico - sul testo; si può considerare la storia narrata, per limpi­dezza di scrittura e più controllato andamento della prosa. Non per questo vanno trascurate le fantasie  oniriche che sottolineano, anche se con cautela, le fantasiose invenzione sia generiche, sia meditate nella collocazione.
Una volta saputo che Giovanni è stato colpito da “encefalite epidemica” comincia a trasparire la ricerca di moduli narra­tivi che modifichino gli esemplari statuiti, mediante un più libero esercizio, con lo scambio di pensieri onirici che si  inseguono fino all’ossessione per giungere all'angolazione di approccio, sul quale è costruita la storia d’amore tra il protagonista del racconto e l’immaginosa figura di donna, che sacrifica la propria libertà per donarsi a lui, dandogli finanche un figlio.
E da questo momento non si tratta soltanto di raccontare una storia, ed essa sola; si tratta di renderne con un massimo di intensificazione le varie fasi di svi­luppo, che cambia pure all'interno delle singole sequenze, mediante funzionali varia­zioni di ritmo e andirivieni di donne che fa nascere anche tempi distesi e arriva pure il  contrasto, di un fraseggiare più contratto e veloce.
« Cucciolo! - Aveva esclamato.
Cucciolo? Sua madre aveva l'abitudine di accarezzarlo a quel modo e di chiamarlo "Cucciolo", con tanta dolcezza. Era stato spinto da uno slancio di tenerezza e si accucciò in grembo, proprio come faceva con sua madre quando voleva ottenere qualcosa. Non si era domandato neanche che aspetto avesse: dava per scontato che fosse bella. Con quella voce non poteva essere altrimenti.
Le mani, prima dolcemente, poi sempre più avide, dal volto scesero al corpo; si cercavano ansanti. I baci si susseguivano come i secondi sul quadrante di un orologio, senza mai trovare le labbra. Poi, evidentemente, le lancette dovettero incepparsi perché, le labbra si erano trovate e il bacio era stato lungo e appassionato. Grande e meravigliosamente fantastico era stato il ritrovarsi naturale dei sessi. Non credeva a ciò che gli stava accadendo e... in un’auto, per giunta. Come gli appariva contrastante, la calma interiore che sentiva, con l'imperversare della tempesta, fuori dell'abitacolo»
Con pochi tratti traccia il profilo della donna che gli si dona e lo aiuta per tutta la durata della storia narrata, facendo morire, così, le ultime martellature strozzate negli angoli. Il letto grande e inutile l’ auto dentro la quale ha fatto l’amore per la prima volta si affusolano mentre l’alba rifrange la pallida agonia della notte.
Degno di nota è l'uso di un linguaggio metaforico misto a stilemi denotativi:
«Era stato sublime! Poi allacciati, quasi a nascondere i corpi uno nell'altro, si erano avviati verso il mare.
- Facciamo il bagno? - Aveva domandato lei, trasognata e ancora vogliosa.
- Devo deluderti: non so nuotare.
- Ma tu che cosa sai fare, veramente?
- Lavorare!
- E niente altro?
     Aveva provato un senso di menomazione. Mai come il quel momento avrebbe voluto saper fare tutto, per non lasciarla sola nella sua gioia».
Più incline ad un manierismo d'epoca si direbbe che Bromuro, con il suo avvio verista, e perfino le incursioni nel dominio del più puro stile letterario trova soluzioni iconiche originali, come quando il protagonista, le donne che gli ronzano attorno desiderose di fare l’amore con lui e lui, impossibilitato a muoversi liberamente cedere agli abbandoni voluttuosi.
Le pene umane, le fatiche, le privazioni, sono uno stato di fatto costante ed ossessivo che, se viene interrotto, lo è, in modo altret­tanto ossessivo, dalla tragicità della ospedalizzazione, o della morte, che sia. Di fronte a questa serie di realtà referenti, la posi­zione di Giovanni, secondo il suo creatore Reno Bromuro, è più quella dello scrittore e dell'affabulatore in senso tecnico. Bromuro non ha la pretesa di proporre, come son soliti fare gli intellettuali che si investono della «missione» rivoluzionaria, teorie tattiche o peggio strategie operative, di indicare obiettivi letterari rivoluzionari; tant'è vero che, come afferma Paolo Ragni nella prefazione:
«Io credo che questo grande romanzo sia un inno all’indipendenza, alla libertà, talvolta anche sopra alle singole manifestazioni di amore che ci vengono tributate: perché amore senza libertà non può esistere, e pare che nessuno riesca a capire bene questa semplice verità: è cosa del resto comprensibile, visti gli innumerevoli impegni che la vita ci fa assumere…»

Viviana Buzzoli

Estate 2007

PRIMA DI PARTIRE PER LE VACANZE

         Atto unico per un’estate di sogno

Ciccillo: Carmelì, siamo a posto?
Carmela: Tutto a posto, Ciccì!
Ciccillo: ‘E pigliato o criaturo? (hai preso il bambino?)
Carmelina: Sissignore, l’ho sistemato dentro ‘o portanfà,’ncatenato cu ‘a cintura ‘e sicurezza.
Ciccillo: Allora, saglie che partimmo!

Il motore dell’auto comincia a ruggire e il mezzo inizia lentamente a camminare quando Carmelina emette un grido lacerante:

Carmelina
: Ciccì, fermate, torna arreto. (Torna indietro)
Ciccillo: Ch’è successo? Ti sei scordata il gas aperto?
Carmelina: No, abbi pazienza. Ho scordato di prendere “Le ali dell’anima”
Ciccillo: Per poter volare tutte le notti?
Carmelina: No, amore mio, per leggerlo tutte le sere insieme a te.
Ciccillo: Nun aggie capito niente ma se lo dici tu?!
Carmelina: E’ chisto romanzo scritto da Reno Bromuro…
Ciccillo: Ma sta sempe pe’ ‘nnanz’’e piedi chist’ommo! (ma sta sempre in mezzo quest’uomo)

 

 

La scrittrice Maria Luisa Natale che lo ha letto fresco fresco uscito dalla tipografia così si è espressa:

«Il romanzo corre sul filo che separa il vissuto dall’immaginario, il limite dal desiderio, le angosce dalle aspirazioni. Nel dibattito fra fisicità e spiritualità tutto si evolve, si frantuma, si ricrea, diviene reale.
L’uomo che intimamente sa dialogare con se stesso, con i suoi personaggi, con le opere d’arte, con il vento, con il mare e con gli alberi, (beveva la danza dei rami…)  se pur afflitto dai conti da pagare, da incompatibilità familiari, da nevrosi e fragilità proprie di ogni essere umano, se pur inchiodato, insomma, ad una sedia a rotelle, riesce a camminare.
Lui, così come il racconto, nostalgico, languido, sensuale, ma anche spavaldo ed incisivo, si esprime e si realizza totalmente.
Indovinata e curata la prefazione, molto invitante il primo capitolo. Il resto continua ad incuriosire, lasciando a volte affascinato, o interdetto, per poi riprenderti fino ad accompagnarti all’epilogo desiderando di rimanere ancora nella storia e nel sogno».

 

venerdì
22 giugno 2007

www.poetilandia.com

 

Salutiamo con piacere l'uscita dell'ultimo romanzo, Le ali dell'anima, del nostro Reno Bromuro. Un libro che ha avuto una lunga incubazione prima di essere pubblicato dalla EDARC Edizioni. Una storia coinvolgente e, per alcuni aspetti, anche autobiografica che Vi consigliamo di non perdere per le Vostre letture sotto l'ombrellone.

http://www.poetilandia.com/index.php?option=com_content&task=
view&id=2874&Itemid=48

21/06/2007

www.Arteinsieme.net

Intervista a Reno Bromuro, autore del romanzo “Le ali dell’anima “ edito da Edarc.

E’ appena uscita la tua ultima fatica. Ce ne vuoi parlare un po’, illustrandocene le caratteristiche?
La caratteristica precipua è quella di far gustare la bellezza dell’amore nelle serate estive. Per chi si trova al mare, che compagnia sarebbe! Forse è meglio se ci rimettiamo alle impressioni del critico che ha scritto la prefazione: Paolo Ragni di Firenze.
«Le certezze sono quelle note: una eccezionale capacità di costruire una storia, due storie, tante storie, che si sommano, si accavallano, si incrociano, vanno avanti per tutte le pagine del romanzo, portandoci per mano attraverso l’evoluzione del protagonista Giovanni, di Marilena sua moglie, di
Mavie e di tutto quel cosmopolita insieme di presenze femminili che gravitano intorno al protagonista. La storia si snocciola da un anno all’altro, evolvendosi progressivamente, con salti temporali che alla fine non lasciano di sorprenderci per la coerenza che manifestano con quanto siamo andati scoprendo a mano a mano.
La sorpresa principale è la straordinaria maestria con cui Bromuro riesce ad articolare i dialoghi, vera e propria tessitura portante del romanzo. Non desta sorpresa il fatto che Bromuro si occupi molto
anche di teatro. Si vede facilmente come i personaggi entrino in scena, escano, riappaiono, come una pièce teatrale. E il dialogo, sempre fittissimo, aiuta in modo sbalorditivo a meglio conoscere quel che si agita nei personaggi, che non sono mai imbrigliati all’interno di uno sterile psicologismo, rischio che una storia come quella che Bromuro narra potrebbe rilevare».

(Paolo Ragni – dalla “Prefazione”)

In questa opera hai inteso lanciare un messaggio e, in caso affermativo, quale?
Ogni opera che nasce  da un Poeta ha un messaggio in sé; la bravura dell’autore sta nel fatto di non cadere nel moralismo sdolcinato. Ho tentato di dire agli uomini quello che sento fortemente: lottare per una vita degna di essere vissuta e camminare mano nella mano come fratelli figli dello stesso Padre.
Ci puoi parlare dei tuoi rapporti con l’editore?
I rapporti con gli editori sono stati sempre ottimi. Se qualche dimenticanza c’è stata, da parte loro, è stata per “
smemoratezza”: dimenticavano le promesse fatte anche per iscritto, infatti sono andato per altri lidi, mai per l’offerta migliore, ma per il comportamento.
Programmi, ovviamente letterari, per il futuro?
Ho in cantiere, forse l’ultima raccolta di poesie (il mio canto del cigno per “Nostra Signora Poesia”), una raccolta di saggi sulla letteratura da
Manzoni a Tabucchi; da Pratolini a Elsa Morante; poi tra gli stranieri Sherwood Anderson, Walpoli, Hermann Esse e  altri… altri due romanzi, tutto il teatro e… se avrò vita anche una saggistica sui poeti veri del web.
 

Eleonora
Ruffo Giordani

 

«Ogni pagina è un dipinto che trascina, incuriosisce, coinvolge totalmente il lettore, lo introduce nella storia dei personaggi con piacevolezza e trasporto, regala immagini che si susseguono in sequenze armoniche ed energiche, senza eccessi.
Un romanzo che sottolinea la bivalenza di figure così diverse, lontane e nello stesso tempo vicine.
Giovanni personaggio cui manca quella figura che riesca a cogliere la sensibilità poetica e artistica di cui è figlio. Uomo cresciuto in fretta immerso nelle enormi difficoltà che la vita di tutti i giorni pone come continue risoluzioni a problemi.
Sognatore che abbraccia e sposa l’arte unica forma d’amore che riesce a regalargli ali per volare sopra illusioni e realtà. Bambino che si ritrova ancor più bambino quando le sue giornate s’intrecciano alla purezza delle espressioni, del piccolo personaggio all’interno del libro, figura e portavoce di ricordi. Il sogno della madre, fa dire a Giovanni: “l’anima tua ha le ali con tante cicatrici, profonde che credevo rimarginate.”»

 

Diana Moscatelli

 

«L’autore con una scrittura scorrevole, facile, assai curata, ci conduce per mano, sia in presa diretta sia attraverso numerosi flash beck, a percorrere la vita di Giovanni, uno scrittore sempre in altalena fra le responsabilità sociali, familiari, personali e i sogni che lo aiutano a superare le tristezze e le asperità di una dura realtà, il tutto legato insieme dal file rouge dell’amore che alla fine è la salvezza».

 

Andye Hallen

 

«L’intero romanzo, si tinge d’arte pagina dopo pagina, verso  dopo verso.
Se ne assapora l’affetto e l’amore per la propria terra d’origine, in una frase d’enorme forza e commozione “Famme turnà a Napule, pe’ piacere” nel racconto di un Giovanni “cicerone” che spiega e racconta la storia ed i segreti di un’incantevole Napoli. (…)
A cui poi succedono i vent’anni di auto-esilio che lo stesso  personaggio si è imposto, nella speranza di poter riuscire a trovare in un posto asettico ai suoi ricordi “Patrasso” il senso della sua vita.
La fine del libro con gli innumerevoli suoi colpi di scena, la lascio scoprire volutamente al lettore… (…) Ritengo che questo libro, possa dare un forte abbraccio a tutti  quegli artisti figli della solitaria arte, incitandoli a lottare sempre e comunque per quegli ideali anche a proprio discapito».

 

Paolo Ragni
(dalla prefazione)

 

Senza retorica, “Le ali dell’anima” fa riflettere che molte volte la nostra vita può rimanere inautentica, persa dietro a un’infinità di discorsi, di retorica e di parole, persa dietro a un’infinità di gesti, fosse anche tra i più cari e mossi da tenerezza, affetto, considerazione. C’è sempre qualcosa che sfugge alla comprensione – pare dirci Bromuro - e tutti i punti di osservazione sono sempre incompleti, parziali, viziati da faziosità o da un cammino percorso che guarda all’indietro.
(…) Io credo che questo grande romanzo sia un inno all’indipendenza, alla libertà, talvolta anche sopra alle singole manifestazioni di amore che ci vengono tributate: perché amore senza libertà non può esistere, e pare che nessuno riesca a capire bene questa semplice verità: è cosa del resto comprensibile, visti gli innumerevoli impegni che la vita ci fa assumere…»

 

Enzo V.
Marmorale

 

«Reno Bromuro giunge al travaglio dell’espressione artistica solo per interiore coercizione: né ozi, in effetti, né facilità di esistenza né tranquillità di ambiente sono nella sua vita o vi sono in quantità tale da consentire a lui quegli abbandoni spirituali e verbali che caratterizzano l’arte cosiddetta “fiore di serra”. Mancano, perciò, in queste pagine sintesi quintessenziali e lagrime di alambicchi: come quelle di un famoso poeta antico, essa sanno d’uomo, hominem sapiunt».

 

   
   
   

 
 

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