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Sergio Grom

Il Mistero dell'Ostentazione della Vulva
Romanzo

ISBN 978-88-86428-52-1
Formato: 13 x 20
Pagine: 92

Prezzo: Euro 11,00

 

 

Donne e pittori:

il Mistero più antico del Mondo.

 

 

Uno studioso dilettante di Storia dell’Arte, crede di aver scoperto che nel Rinascimento alcuni pittori abbiano nascosto tra mani e dita di Madonne e Sante un messaggio (neanche tanto) subliminale: il sesso femminile.

Nella ricerca di prove e testimonianze, lo studioso incontra la bellissima Ewa, Vice-Direttrice di un Museo di Arte Antica in Polonia, che lo aiuta a preparare un evento per annunciare al mondo la scoperta.

Bisogna fare i conti, però, con un famoso, bieco e spregiudicato critico d’arte che subdolamente cerca di…

 

 

Sergio Grom è nato nel 1949 a Roma dove vive e lavora nel campo del turismo. "Nipote" d’arte, il nonno materno era Mario Viscardini, scrittore, filosofo e poeta noto nell’ambiente della "scapigliatura" milanese dell’inizio del secolo scorso. Appassionato di storia, politica e letteratura Sergio Grom ha già scritto e pubblicato diverse recensioni. "Il Mistero dell’Ostentazione della Vulva" è la sua prima vera opera letteraria.

 

 

Leggi un brano


Il Mistero dell'Ostentazione della Vulva

Capitolo I. La scoperta



Mario era letteralmente piombato nel box dove Tommaso stava lavorando: " Ho fatto una scoperta sensazionale!!! "
Tommaso lo guardò con l'aria interrogativa e ironica che gli veniva tutte le volte, ed erano state tante, che Mario gli annunciava l'ennesima scoperta, o l'ennesimo progetto o l'ennesimo innamoramento per una ragazza: "Questa volta è proprio quella giusta, questa volta sono sicuro, durerà!E' la donna della mia vita!!!"
"Sarebbe?"
"Stamattina ho portato un gruppo a Sant'Agostino: hai presente la Madonna dei Pellegrini?"
"Caravaggio."
" Ecco, bravo. Hai mai notato la posizione delle mani?Anzi "della mano", la sinistra, quella con cui sostiene il bambino?"
" Mhhh, veramente. non so, fammi pensare, la conosco, ma non mi viene in mente niente di particolare, a parte che è un quadro bellissimo."
"Appunto, non lo nota nessuno, neanche tu che sei un esperto, un artista, che hai l'occhio allenato.: la modella tiene la mano in una maniera particolare. lo fa aprendo l'indice ed il medio non ce ne sarebbe bisogno, ma. Beh, insomma, a me pare proprio una fica!"
"Cosa?"
" A me pare proprio che Caravaggio abbia appositamente dipinto la mano in quel modo, con quella apertura tra le dita: le dita sembrano due gambe, in cima c'è il monte di venere e tra le gambe." "Mi sa che è troppo tempo che non scopi!!!"
" Quello è sempre vero, ma." rispose Mario incupendosi un po'..: come al solito nessuno lo prendeva mai sul serio e proprio il suo migliore o unico amico Tommaso era sempre pronto a sminuire le sue scoperte, a frenare i suoi entusiasmi, a smontarlo. Certo che se la stessa cosa l'avesse detta un critico d'arte, allora tutti a dire di sì, che era certamente vero, come avevano fatto a non pensarci prima.
Ma quando una cosa la diceva lui..era a priori una cazzata, poi, se col tempo si dimostrava vera, passava sempre sotto silenzio che il primo ad averla detta era stato lui, mai che gli chiedessero scusa o gli riconoscessero un'intuizione.!
Si ricordava benissimo, come fosse oggi, una discussione a casa di Letizia, la ragazza di Tommaso (beh, era stata anche la "sua",di Mario, di ragazza, ma quello molti anni prima.). Si parlava dell'Iraq. Mario, che aveva studiato abbastanza a fondo la storia e la cultura islamica diceva che non si possono dare dei giudizi di valore su "quello"che era giusto, moderno, democratico, cioè europeo o occidentale, e quello che succedeva nei Paesi arabi, che non si poteva esportare un modello di democrazia che poteva forse valere per il mondo occidentale, ma che in altre situazioni culturali poteva non adattarsi ai costumi locali: presumerlo puzzava moltissimo di imperialismo culturale, e visto come stavano andando le cose nel mondo, non solo culturale ma anche politico, economico e militare. Altre tradizioni erano semplicemente "diverse", noi non potevamo né giudicare né, sosteneva Mario, capire, anche per mancanza di fonti certe! Chi ci diceva come "veramente" stavano le cose?
 

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Premio letterario

 

Autori italiani

 

I Edizione

2009

ELENCO DEI FINALISTI - 2009

Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo

Anno II, n° 12 - Agosto 2008


Può una femminilità sacra sedurre e affascinare?

di Monica Murano
Le donne e l'arte rinascimentale nell'ultimo romanzo edito dalla Edarc.
Uno sguardo originale, spesso irriverente, ai grandi pittori del passato

 

Quante volte capita di non vedere o non voler vedere ciò che è evidente? E quante, invece, capita di vedere quel che si vuol vedere? Sergio Grom, appassionato di Storia dell’arte e di Letteratura, scrive un romanzo simpatico e dal titolo piuttosto curioso, Il mistero dell’ostentazione della vulva (Edarc edizioni, pp. 88, € 11,00), che umanamente parlerebbe da sé, ma artisticamente richiederebbe maggiore attenzione e osservazione.

Il protagonista del racconto, Mario, uno studioso dilettante di Storia dell’arte, in alcune opere importanti di pittori del Rinascimento, scopre una comunicazione erotica nascosta, che si traduce in messaggi subliminali trasmessi attraverso il linguaggio equivoco di mani e dita di donne angeliche, sante e madonne, da cui risulterebbe evidente ciò che negli artisti destava attenzione e piacere terreno: il sesso femminile. Ecco che inizia, così, un’incessante ricerca sugli autori del ‘500, sulla semiotica dell’arte, sul simbolismo e su quant’altro possa dar prova concreta di ogni sua intuizione. Dedica intere giornate a sfogliare volumi d’arte, nottate in bianco a consultare su internet tutti i siti possibili per trovare informazioni utili e conferme che abbiano attinenza con la sua scoperta. Ma la rivelazione di Mario viene sottovalutata dal suo amico Tommaso, a cui ne parla con entusiasmo, e rivalutata quando un famoso critico d’arte tenta di derubarlo del suo progetto. Tra incontri e scontri Mario riesce a difendere ed esprimere pubblicamente la sua scoperta, grazie anche all’aiuto di Ewa, vicedirettrice di un museo polacco di Arte antica, con cui ha il piacere di scoprire emozioni di tipo molto personale oltre che professionale.

 

Un racconto con qualche crudezza di troppo

L’autore realizza questo suo primo libro servendosi di un linguaggio scomposto, che offre una lettura scorrevole, a tratti “molto schietta”, talvolta pure troppo. Leggiamo nel testo: «se riesco a “pubblicizzare” tutto questo materiale… forse mi rideranno appresso, all’inizio, ma forse col tempo… qualcun altro aprirà gli occhi e troverà il coraggio di gridare che il re, anzi l’orgasmo di Santa Teresa è nudo, cioè evidente. […] Quell’orgasmo che ai fini della procreazione non serviva assolutamente a niente...».

In effetti non osiamo immaginare quale sarebbe la piacevole sorpresa per un uomo religioso, o un semplice cristiano, che si trovi di fronte a intuizioni di questo tipo, potremmo dire, in un certo senso provocatorie. Mario si imbatté in un'altra tematica: «l’Immacolata Concezione! […] E quante volte aveva pensato che questa scena simboleggiasse la “penetrazione” di Maria che, quindi, ne restava incinta».

Pare proprio che il protagonista non sia un uomo di fede: «Dio non esiste e la Chiesa è tutta una truffa…!!!».

Il libro, sin dalle prime righe, assume toni e parole crude, come a volte avviene tra amici sboccati.

Dunque, tenendo in considerazione che non tutti apprezzano questo stile di scrittura, è con uno spirito amichevole e divertito che vi invitiamo a leggerlo. Esso è corredato, inoltre, dalle immagini dei dipinti che Mario decide di osservare con sguardo “accurato”, quali La Venere di Botticelli, la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, La Velata e La Fornarina di Raffaello, La Flora di Tiziano, e altre rappresentazioni della stessa entità.

Secondo il protagonista «gli artisti nei secoli avevano rappresentato le più svariate situazioni spirituali e umane, tra le quali l’erotismo».

Ma è Mario a pensarlo o l’autore del libro? Entrambi appassionati di Storia dell’arte e…non solo. In fondo è lui, l’autore appunto, il creatore di quest’ “opera letteraria”…

«Difficile questione l’interpretazione».

Volendo riportare la comprensione e la spiegazione del significato delle opere sopra citate dall’autore del libro, affidandoci alla tradizionale critica dell’arte, potremmo controbattere così: nell’Estasi di Santa Teresa del Bernini la genialità compositiva dell’artista corrisponde pienamente al significato teologico attribuitogli. Fu proprio in quest’opera che egli riuscì a raggiungere uno degli obiettivi più importanti della sua ricerca: avviare una nuova sintesi lirica di visione ed emozione attraverso l’integrazione dell’arte. Bernini, infatti, in questa scultura sente, intende e traduce un’esperienza mistica della santa (visione tra le più importanti) nell’evidente passionalità reale di una sacra verità, interpretando l’estasi quale turbamento che sconvolge lo spirito e la carne insieme.

Dio può condurre l’uomo in “luoghi” dove pure i più virtuosi sforzi non potrebbero portarlo.

E cosa dire sull’Immacolata Concezione? Quale significato può assumere una simile opera per gli uomini del XXI secolo, distratti e confusi sui veri valori della vita come la fede e le verità cristiane?

Leonardo, Barocci, Annibale Carracci, Guercino, Murillo, sono solo alcuni degli artisti che hanno interpretato la donna bella come la luna, radiosa come il sole.

Nel leggere le osservazioni e le “visioni” dell’autore, si comprende con maggiore coscienza che le verità più significative sono «nascoste ai sapienti e rivelate ai semplici», che il vero linguaggio di Dio è pertanto quello dei “semplici”.

Detto questo, crediamo che l’osservazione di Mario di fronte a un’opera d’arte di immensurabile valore si commenti da sé.

 

Un po’ di delicatezza in più non guasterebbe

Certo non ci sarebbe da stupirsi se gli artisti del Cinquecento avessero nascosto una verità del genere se si considera l’egemonia della chiesa in quell’epoca (dunque l’impossibilità della libertà d’espressione), primo fra tutti il commissionare dipinti sacrali ai migliori pittori di quel momento storico. Ma è anche vero che l’arte non è un linguaggio a tutti noto e che non si può interpretare profondamente un’opera artistica in tutta la sua pienezza: dal concepimento al parto, poiché ciò significherebbe andare ben oltre l’immedesimazione, lo studio e l’interpretazione medesima dell’artista, pretendendo di sentirsene il creatore. E questo, davvero, sarebbe umanamente innaturale.

Tante opere, paradossalmente, potrebbero nascere da un coprire colori e forme mal riuscite, o, comunque, non volute, quindi nate dal caso, su cui si potrebbe a lungo discutere; tante altre, invece, potrebbero “trasporsi al mondo” da un intentio ben chiara e “sentita”, tale da renderle maestose e degne del valore che conservano nei secoli, delle relative firme apposte e del significato, delle forme e dei colori che assumono nelle loro espressioni.

È quasi doverosa una riflessione sull’arte, poiché essa è pura percezione emotiva e rende sensibile gli animi umani. La pittura, la sculture sono un linguaggio articolato di segni e colori, di materiali e forme, come le parole di “volumi” di lettere, ma tutte con un denominatore comune: il pensiero. Questo gode della piena libertà d’essere e quando viene trasmesso alla collettività deve rendere dignità all’uomo e, quindi, alle differenti unicità interiori di cui è colmo il mondo, eludendo, dunque, di involgarire la lingua italiana e argomenti che andrebbero curati con umiltà e sensibilità estreme, uniche caratteristiche capaci di valorizzarne i contenuti.

Inoltre il “non visibile” e il “visibile” sono concetti ed esperienze soggettive. Fino a che punto si può generalizzarle? Anche nel parlare di religiosità, di sante e madonne, di ciò che molti considerano assoluta sacralità, bisognerebbe prestare la giusta delicatezza, pur esprimendo il proprio libero e personale pensiero. 

Perché si dovrebbe snaturare ciò che la natura ha compiuto seguendo tempi e fatalità che l’uomo non è all’altezza di comprendere? Porsi al di sopra di essa potrebbe sembrare un atteggiamento presuntuoso, se non irrispettoso.

Certamente la lettura di un romanzo che prende spunto dall’arte, che attraversa perimetri religiosi affrontati da un’angolazione non cattolica e non cristiana, ispirato e proposto da e con un linguaggio “molto giovanile”, può destare curiosità, può anche divertire, fermo restando che è  frutto di una fantasia individuale, che rivela parte di una propria unicità, (in questo caso dell’autore del libro) e in quanto tale rispettabile.

 

Monica Murano

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 12, agosto 2008)

 
Aprile 2008

 

Un mistero lungo secoli

Sergio Grom
Il Mistero dell'Ostentazione della Vulva

Aprile 2008

Il mistero dell'ostentazione della vulva
di Sergio Grom

recensione

La Boulevard di Lady Cleopatra Weblog

Aprile 2008

Il sesso tra le dita

Il mistero dell'ostentazione della vulva
di Sergio Grom

recensione

lunedì, 25 febbraio 2008

Il ladro di emozioni

Libri / Il sesso tra le dita

25 febbraio 2008 .... fantastico !

Scritto da dina battioni

domenica
24 febbraio 2008

Il sesso tra le dita
di PAOLO IZZO

http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=3542&Itemid=58

12 febbraio 2008

Intanto comincio semplicemente col dire che il  libro mi è piaciuto TANTISSIMO, davvero!
Innanzitutto lo stile; é scritto proprio bene, nella forma, nella struttura, nei dialoghi, non c'è una parola fuori posto...
E poi c'è sempre un'ironia meravigliosa, certi guizzi, certe battute sono sinceramente divertenti (mi viene in mente quella di papà/papa, carina!).
E l'invenzione di Vittorio Nano? E la parlata di Ewa, divertentissima!
Per non parlare della scoperta di questa cosa delle mani a vulva, geniale! Più leggevo e più dicevo tra me e me: cazzo, è proprio vero!
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui l'Autore ha utilizzato le immagini ed i contributi letterari unendoli al racconto in modo molto fluido.
Ed infine  è riuscito a superare magnificamente lo scoglio dove si incagliano la maggior parte di libri e film: il finale.
Questo mi è piaciuto un sacco, è frizzante, affatto banale.
Che altro posso dire? Da  appassionata di lettura e di scrittura quale sono posso solo consigliarvi di fare il possibile per fare circolare questo libro, per farlo conoscere, leggere, perchè se lo merita.
Io l'ho già collocato a pieno titolo nella sezione "Storia dell'arte" della mia biblioteca!
S.d'A.
 

   
   
   
   

 
 

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