“Come ogniuno, cortesissimi
lettori, hà caro di conseguitare il fine, per il quale egli
s’affatica, e fa quanto sà e quanto può; perciò simigliatamente io
havendo fatto già longo tempo impresa di far stampare in servigio e
piacere de virtuosi assai descrittioni, dissegni, e rittratti in
carte spicciolate, e in libri intieri di diverse e notabili opere
antiche, & moderne; mi son risoluto per colmo della commodità di chi
se ne diletta, a raccorne e stamparne un breve stratto e indice”.
Così
Antonio Lafréry, editore, incisore e mercante francese, intorno al
1573 presentava l’indice di ciò che poteva essere acquistato nella
sua stamperia romana di via del Parione. Si trattava di un numero
rilevante di pezzi, circa cinquecento, che andavano dalle incisioni
con soggetti tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento a quelle
riproducenti edifici moderni, ritratti e medaglie, dalle stampe
geografiche ai libri illustrati, con una predominanza di monumenti e
statue di Roma antica. Viaggiatori, antiquari, collezionisti ed
eruditi commissionavano alla stamperia al Parione raccolte di
incisioni che diedero luogo a veri e propri volumi, diversi tra loro
per quantità e soggetti dei pezzi inclusi, che cominciarono a
diffondersi già dalla fine degli anni cinquanta e che, a partire dai
primi anni settanta, assunsero il titolo di Speculum Romanae
Magnificentiae.
Ogni esemplare dello Speculum si presenta come un’opera a sé,
soprattutto per la varietà del soggetti e degli autori. A disegni e ricostruzioni
di architetture antiche minuziosi e particolareggiati, eseguiti con
estremo rigore, se ne alternano altri elaborati e segnati dalla
sensibilità dell’incisore. La Casa Buonarroti possiede un bellissimo
esemplare dello Speculum, che viene per la prima volta presentato al
pubblico. |