Il
clima di quest’anno, con buona alternanza di caldo/fresco e piogge,
ha favorito una buona maturazione delle viti. Tanto è che finalmente
la vendemmia si è potuta fare perlopiù a metà ottobre, che è
considerato il periodo tradizionale e soprattutto il più indicato.
Sicchè la produzione si presenta quantitativamente buona e data la
perfezione delle uve si presuppone che anche dal punto di vista
qualitativo si possano raggiungere punte di eccellenza. Se lo
augurano di cuore i produttori del Chianti (e in particolare quelli
del Chianti Classico) che debbono fronteggiare sempre più la
agguerrita concorrenza di vini stranieri (cileni, sudafricani,
australiani, ecc.) di discreta qualità e con prezzi vantaggiosi, di
vini del sud Italia sempre più curati, e persino di altri vini
toscani, come il Nobile di Montepulciano e il Morellino di Scansano
che guadagnano terreno sul piano della notorietà e dell’immagine.
Certo, il Chianti è sempre il Chianti e nessuno pensa seriamente di
scalzarlo dall’empireo dei vini prestigiosi! Sono certamente in atto
tutte le
strategie che i singoli produttori e i consorzi adoperano
per sviluppare il mercato.
Tuttavia bisognerebbe mantenere prezzi equi per le singole bottiglie
e poi rafforzare sempre più l’immagine oltre che, ovviamente, a
livello nazionale ed internazionale anche sul territorio facendo
conoscere il più possibile le etichette e le fattorie ma anche tutto
quel che di splendido c’è attorno, per conservare ed esaltare
maggiormente quel circolo virtuoso che molto ha contribuito a
determinare il nome e la fortuna del Chianti.
|