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Cosa, Come, Dove, Quando nel Verde della Toscana |
CHIANTI MEDIEVALE La storia del Chianti nell'alto medioevo non è molto dissimile da quella del resto della Toscana: nel 572, come buona parte della penisola italica, cadde sotto il dominio dei Longobardi, venuti dal nord, anche se si può dire che l'invasione, sostanzialmente, non mutò la tranquilla vita agreste che in queste plaghe si conduceva. Il territorio vide semmai la costruzione di dimore fortificate e di torri di guardia che i guardinghi longobardi edificavano un pò dappertutto (come, ad esempio, quelle di Passignano ricordata in una pergamena del 884, e di Cintoia). Quest'epoca è caratterizzata inoltre dalla diffusione sempre più ampia del Cristianesimo che portava a sostituire agli antichi templi pagani le chiese in cui praticare la nuova fede trionfante (un esempio ne sono i resti del battistero di Sant'Appiano in Valdelsa, costruito su un tempio romano) e località e cime di monti vennero dedicati a santi venerati dagli stessi Longobardi (es. San Michele, San Giorgio, San Donato...). Successivamente, nei luoghi più impervi, si diffusero badie ed abbazie che erano legate agli ordini monastici dipendenti dalle famiglie patrizie, come a Coltibuono, a Montescalari, a Passignano, a Cintoia, a Montemuro....Con la riforma voluta da Gregorio VII nel 1100 anche i monasteri chiantigiani furono assorbiti dagli ordini regolari (come i Camaldolesi e i Vallombrosani) che disponevano di una maggiore organizzazione e alle attività strettamente monastiche accompagnavano pratiche produttive e commerciali decisamente avanzate. Sembra che addirittura anche la coltivazione della vite e le tecniche di produzione del vino, iniziate in epoche più antiche dagli Etruschi e dai Romani, e persino la coltura dell'olivo, siano state diffuse e perfezionate dai monaci vallombrosani della badia a Coltibuono. Nel XII secolo le famiglie più potenti, per numero di membri e per possesso di terreni, man mano che consolidavano il loro potere organizzavano schiere di armati e fortificavano le loro abitazioni, si veniva cosi a formare un patriziato chiantigiano, non di rado discendente o imparentato con quello delle vicine Firenze e Siena. Tra le più antiche di queste famiglie sono da ricordare i conti Guidi e i baroni Firidolfi. Nel XIII secolo il Chianti subì l'attraversamento dalle bande di ventura che si mettevano al servizio delle fazioni più potenti. Non di rado, durante questi passaggi, si verificavano saccheggi e distruzioni. In queste occasioni una sinistra fama se la guadagnarono i mercenari inglesi della "Compagnia Bianca" comandati dal tedesco Albert Sterz, della "Compagnia Tedesca" di Warner di Ursling, e quelli della "Compagnia Nera" guidata da Niccolò da Montefeltro, formata da italiani. La sua triste parte la compì anche la "Compagnia di San Giorgio" guidata da John Hawkwood (Giovanni Acuto) che nel 1382 assaltò le mura di Castelnuovo Berardenga. I disordini, le invasioni, le lotte tra le città vicine e rivali, e quelle tra le diverse fazioni che si svolsero per tutto il periodo medievale portarono alla formazione di diversi villaggi fortificati che prendevano il posto degli antichi castra romani (Castellina, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato...). Per le stesse ragioni furono edificati numerosi castelli e fattorie fortificate (Cacchiano, Brolio, Querciagrossa...).
Nel XIII secolo la potenza fiorentina, dopo la
disfatta di Montaperti (1260) subita dai Guelfi fiorentini e dai loro alleati,
organizzò amministrativamente e militarmente il territorio posto sotto il suo
dominio in leghe. Una grande importanza avrà la Lega del Chianti per la
sua caratteristica di zona di confine con le terre della grande rivale Siena.
Con questa strategica riforma il territorio chiantigiano venne ancor più e in
continuazione, almeno fino al 1430, fortificato con la costruzione di castelli,
mura e torri di guardia, che con alterne fortune (si vedano le conquiste di
Castruccio Castracani nel 1325 e di Alberico da Barbiano nel 1397)
contribuiranno alla inarrestabile marcia di Firenze verso l'egemonia politica,
economica e militare, su tutta la Toscana che si consoliderà definitivamente a
metà del '300. |
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