Cosa, Come, Dove, Quando nel Verde della Toscana


NATURA DEL CHIANTI

La regione del Chianti è situata al centro della Toscana, come a costituirne il cuore, l'essenza più vera e genuina.

E' una zona collinosa, a ragione si parla infatti di "Colli del Chianti" o "Monti del Chianti" (anche se i livelli d'altitudine si mantengono piuttosto modesti: 893 m. il Monte San Michele e 838 il Monte Calvo), e per buona parte boschiva. Geograficamente comprende circa 300 kmq. ed è compresa tra il bacino dell'Arno a sud di Firenze e il bacino dell'Ombrone a nord di Siena. Amministrativamente è formata dal comune di Greve in Chianti, in provincia di Firenze, e dai comuni di Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, in provincia di Siena. Questa è la zona propriamente detta, ma turisticamente e rispetto alla produzione dell'omonimo vino si comprendono anche le zone di Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d'Elsa, nella parte fiorentina e Castelnuovo Berardenga in quella senese.

I terreni sono formati dalla pietra detta alberese (un calcare marnoso) dal galestro (scisti argillosi) e dalla pietra arenaria detta anche macigno. Grazie al clima che in media assicura un centinaio di giornate di pioggia all'anno (circa 992 mm.) questa rimane a tutti gli effetti una regione verde

Il Chianti è bagnato da numerosi copiosi corsi d'acqua che raramente (anche d'estate) rimangono completamente asciutti: Pesa, Staggia, Arbia, i più grandi; Ema, Greve, Sezzate, più piccoli ed altri minori e poco significativi. Le loro acque ospitano considerevoli esempi di anfibi e di pesci d'acqua dolce.

Il 50 per cento circa del territorio è boschivo (circa 40.000 ettari si possono considerare incontaminati) e presenta querce, castagni, carpini neri, cerri, ed abeti; il basso bosco offre fragole, funghi, frutti selvatici, nonchè felci, eriche, ginepri, scope, e ginestre dei carbonai. Nei versanti esposti ad ovest e a sud il bosco si presenta più asciutto mostrando pini marittimi, roverelle e lecci e macchie di gialle ginestre e di cisti bianchi e violetti. Tra i fiori che crescono ai bordi del bosco si possono ammirare le rose canine, i ciclamini, le viole mammole, le campanule, una varietà di orchidee, ed i magnifici odorosi fiori del pisello selvatico.

La fauna è abbastanza presente: lepri, scoiattoli, martore, faine, e persino caprioli e qualche daino. Non di rado fa la sua comparsa il cinghiale odiato dagli agricoltori poichè semina scompiglio e distruzione nei campi coltivati. Tra gli uccelli si possono incontrare fagiani, starne, cornacchie, allocchi (che come nido prediligono i tronchi cavi), il picchio verde (facilmente riconoscibile per il becco appuntito con cui incessantemente tamburella sulla corteccia degli alberi), la cinciarella, l'upupa ecc. Rara la volpe e ancor più rari i rapaci (a parte qualche sparviero e le poiane), tenuti lontani dai contadini e dai guardiacaccia, in quanto animali considerati nocivi.

Tutto il resto è intensamente coltivato a vigna e ad ulivi. Tra i vitigni prevalgono quelli che si utilizzano per produrre il celebre vino Chianti Classico, ovvero i neri sangioveto e canaiolo, ed i bianchi trebbiano e malvasia. Tra i filari delle viti spesso cresce il giaggiolo che secondo alcuni contribuirebbe a dare ai vini di queste zone l'inconfondibile sapore. Seppur la dannosa filossera rimane soltanto un ricordo, particolari insetti attaccano le fogli delle viti (i bruchi della farfalla Deilephila porcellus, le larve della Melolontha melolontha e del Phymatodes faciatus), a contrastare i danni intervengono il codirosso, il culbianco, l'averla, uccelli insettivori che svolazzano tra i tralci di vite a caccia di larve e moscerini. La fine dell'estate e il primo autunno sono i periodi in cui si intensificano queste presenze. Subito dopo la vendemmia è invece la volta degli uccelli frugivori (il merlo, il tordo sassello...) che spilluccano nei resti delle lavorazioni vinicole. Presenze pressochè stabili tra i filari sono il verzellino e il pigliamosche che amano nidificare da queste parti. L'ulivo ha ripreso ormai stabilmente il posto che gli competeva da secoli, dopo un periodo di abbandono dovuto in parte alla crescita dei terreni adibiti a vigna e in parte ai danni della disastrosa gelata del 1985. Naturalmente è presente dappertutto il maestoso cipresso che partecipa attivamente alla creazione del tipico paesaggio toscano. Nei fondovalle sono presenti i salici, gli ontani e i pioppi. Tra le coltivazioni ci sono anche: il frumento, l'orzo, l'avena ed altri cereali. Nelle sone più piane fioriscono spontaneamente i fiordalisi, i papaveri ed i crisantemi gialli. Queste zone sono frequentate dai fagiani, dalle tortore e dalla poiana.

Tutto il Chianti (zone boschive e zone coltivate) è punteggiato da antiche borgate ricche d'arte e di storia, splendide fattorie isolate e pievi romaniche e un incredibile serie di castelli medievali che sembrano usciti da un libro di favole. I paesi, i borghi e le stesse fattorie sono collegati con un fitto intrigo di strade, stradine e sentieri sterrati che si integrano armoniosamente con l'ambiente. Si può quindi sostenere che il Chianti rimane una regione che ha conservato intatte numerose prerogative naturali e sociali

Tutti questi elementi contribuiscono a creare quel fascino che ogni anno attira in queste contrade numerosi turisti italiani e soprattutto stranieri. E' una terra ideale per lasciarsi andare, senza seguire mete precise poichè tutte le strade, qualsiasi deviazione, si potrebbe dire addirittura ogni sentiero, offrono piacevoli sensazioni che appagano lo spirito. Si possono riscoprire inoltre ritmi di vita lenti e sereni che fanno piacevolmente pensare ad un passato forse meno comodo ma senz'altro meno stressante. A tutto questo si accompagnano magnificamente e senza stonare per nulla gli indispensabili piaceri della buona tavola e del buon bere. La cucina chiantigiana è infatti contadina, strettamente legata alla terra e ai suoi prodotti, e si caratterizza per l'utilizzo di ingredienti semplici ma altamente genuini.


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