Cosa, Come, Dove, Quando nel Verde della Toscana


Le Pievi romaniche del Chianti
un itinerario

Il Chianti, la magnifica mini-regione tra Firenze e Siena, è nota in tutto il mondo per il suo inconfondibile paesaggio: morbidissime colline punteggiate da castelli e filari di cipressi, e intervallate da sterminate distese di vigneti che producono il grandioso vino Chianti Classico.

Queste terre racchiudono però anche altre meraviglie ovvero le numerose pievi romaniche che, immerse nel verde, ne costituiscono uno degli aspetti più suggestivi. Vi offriamo un itinerario che inevitabilmente prevede più deviazioni ma, possiamo garantirlo, ne vale sempre la pena. Ad ogni buon conto, il viaggiatore sapiente non ha fretta e soprattutto il Chianti è un luogo che si apprezza a fondo visitandolo con la giusta calma e uscendo dalle grandi vie di comunicazione.

Partendo da Firenze è proprio la strada chiantigiana che porta al Chianti. Una prima deviazione conduce ad Impruneta dove si può ammirare la Pieve di Santa Maria ricordata in un manoscritto del 774 e ricostruita nel 1059. Nelle colline che circondano il paese si possono vedere altre interessanti costruzioni di epoca romanica come la chiesa di Santo Stefano a Pozzolatico (di nota la base della torre campanaria), la chiesetta di San Pietro in Gersolé, e soprattutto la bella chiesa di San Miniato a Quintole che conserva un bel porticato aggiunto e un interessante seppur semplice, portale romanico.

Ritornando sulla strada maestra, a Strada in Chianti, si può già vedere la chiesa di San Cristoforo che mostra alcuni elementi delle originarie strutture romaniche e conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco. Poco più avanti, a Chiocchio, un’occhiata la merita anche la pieve di San Donato a Mugnana del XIII secolo.

A mezza via tra questi due borghi una strada si inerpica sulla collina arrivando a Cintoia, da cui una deviazione porta al borghetto di Cintoia Vecchia con la semplice pieve di San Pietro risalente al 724 e ristrutturata con caratteristiche di fortezza nel XII sec., particolarmente interessante l’abside. Una vicina strada, sterrata e di difficile percorso, attraversa i boschi e arriva all’antica Abbazia di Montescalari, oggi di proprietà privata e pertanto non visitabile. Ritornando sulla strada principale si giunge a Dudda dove è la chiesa di S.Michele di origini romaniche ma quasi totalmente ricostruita. Una deviazione conduce a Lucolena, antico borgo fortificato nei pressi di una strada romana. Ridiscesi a Greve, per una panoramica strada sterrata che attraversa vigneti, si arriva alla originale costruzione della pieve di San Cresci a Montefioralle, anteriore all’anno Mille, attualmente in fase di restauro.

Da Greve si prosegue fino a Panzano in Chianti. Poco fuori dal paese, su una lieve altura, è da vedere a tutti i costi la bellissima pieve di San Leolino, menzionata in una pergamena del 982 anche se le attuali strutture architettoniche risalgono al XII secolo e la facciata con l’elegante porticato fu aggiunta nel XVI secolo. La chiesa è a pianta basilicale con tre navate e conserva preziose opere d’arte tra cui uno stupendo trittico del Maestro di Panzano.

A poca distanza da Panzano, su di una leggera deviazione sulla destra, si può raggiungere l’oratorio di Sant’Eufrosino già ricordato in una Bolla papale del 1103. La chiesa, caduta in rovina, fu ricostruita nel 1441 in stile goticheggiante e successivamente ancora modificata. Nelle immediate vicinanze della chiesa sorge una piccola cappella, costruita su di un pozzo la cui acqua si credeva avesse virtù miracolose e veniva detta “acqua di San Frosino”. All’interno della cappellina si conserva un piccolo altare romanico con incisi fiori stellati inseriti in cerchi.

Come già detto, le deviazioni sono inevitabili e consigliate, quindi si può arrivare in territorio di Barberino Val d’Elsa dove nel borgo di Sant’Appiano, c’è l’eccezionale Pieve di Sant’Appiano del XII - XII sec. che ha davanti alcune colonne resti di un antico battistero. All’interno, a tre navate e tre absidi, si possono ammirare alcuni affreschi quattrocenteschi e la trecentesca Tomba di Gherarduccio Gherardini. Sull’architrave che si affaccia sul cortile c’è una lastra scolpita con S.Michele, che risale al 1171.

Nel comune della vicina Tavarnelle Val di Pesa ci si può incantare davanti alla Badia a Passignano, uno dei luoghi più suggestivi dell'intera Toscana che conserva numerose tracce dell’originaria costruzione romanica. Questo convento, posto in un luogo isolato e circondato da ulivi e vigne, fu fondato nel 1049 da San Giovanni Gualberto che qui morì nel 1073. L'interno della chiesa, ad una navata, venne trasformato verso la fine del XVI sec. dal Passignano, un artista locale che dipinse gli affreschi del presbiterio. Di fronte alla chiesa c'è l'ingresso di quello che fu il Convento, ricostruito nel XIII secolo, ingrandito nel XV e ridotto alle attuali sistemazioni nel secolo scorso. Nella sala che anticamente ospitava il refettorio si può ammirare lo splendido affresco "Ultima Cena" eseguito nel 1476 da Domenico e Davide Ghirlandaio. Nella stessa sala due lunette racchiudono gli affreschi "Cacciata dal Paradiso" e "Uccisione di Abele", opera quattrocentesca di Bernardo di Stefano Rosselli. Molto bello anche il chiostro duecentesco.

Sempre nelle campagne di Tavarnelle Val di Pesa sono da vedere: la Pieve di San Donato in Poggio con l’interno a tre navate e tre absidi che conserva un fonte battesimale cinquecentesco di Giovanni Della Robbia; la Pieve di Santo Stefano a Campoli, costruita nel 903 e rimaneggiata nel XVII secolo. L’aggiunta del portico è di epoca barocca. All’interno conserva qualche pregevole pittura quattrocentesca.

Si arriva quindi a San Casciano Val di Pesa dove, appena fuori dal paese, su di un’alberata strada secondaria, c’è la Pieve di Santa Cecilia a Decimo originaria dell’XI secolo. La facciata con il bel porticato è cinquecentesca. Di nota l’originale massiccia torre campanaria. All’interno conserva un affresco del XIII secolo. A pochi chilometri dal paese una deviazione porta alla chiesa di S. Andrea a Luiano dell XI sec. che conserva affreschi di scuola fiorentina della seconda metà del XVI sec. e una preziosa acquasantiera con capitello del XII sec. Sempre nelle campagne sancascianesi, merita una piccola deviazione la Pieve di San Giovanni in Sugana, una bella costruzione decisamente modificata nel ‘500 che all’interno conserva pregevoli dipinti.

Tornando sulla strada chiantigiana propriamente detta, quella che da Firenze porta a Siena, si può arrivare a Gaiole in Chianti da dove si raggiunge la SS 484, poi la stradina per il borgo di Adine e si prosegue fino alla Pieve di San Polo in Rosso, da considerare fra le più importanti e pittoresche costruzioni religiose del Chianti. Le sue origini non sono certe ma con molta probabilità risalgono all’epoca paleocristiana. La pieve originaria è attualmente inglobata nei resti di una fortificazione probabilmente eretta nel XIII secolo. L’impianto della chiesa è tipico romanico: tre navate, una sola abside e pilastri quadrangolari. Presenta però successivi inserimenti gotici come la volta a crocera che mirabilmente si fondono con le precedenti strutture. Anticamente presentava affreschi sulla vita di Cristo. Il bel campanile, costruito in pietra alberese, si trova sul fondo del lato destro della chiesa. Sempre su questo lato si può vedere il cortile. Poco distante, su di una piccola deviazione si può vedere la Pieve di San Giusto in Salcio, edificata nell’XI secolo nelle immediate vicinanze di un borgo rurale di epoca romana. L’interno si presenta a tre navate spartiti da pilastri, la copertura è con capriate lignee a vista. Il possente campanile è stato costruito utilizzando pietra locale.

Sulla strada che da Radda in Chianti porta a Panzano, una deviazione conduce alla Pieve di Santa Maria Novella, della cui primitiva costruzione romanica sono visibili le tre absidi e le colonne con i capitelli originali. Nel borgo di Volpaia, sulle pendici del monte Querciabella, la Commenda di Sant’Eufrosino conserva tracce della originaria costruzione romanica.

A Castellina in Chianti, non lontano dal paese, su di una comoda strada sterrata che parte da Casalecchi, c’è la solitaria chiesa di S. Maria al Colle, detta la Badiola, che seppur di modeste dimensioni è una delle più antiche e suggestive costruzioni romaniche del Chianti. Altri edifici di origini romaniche del territorio castellinese sono la pieve di S. Leonino in Conio, la pieve di S. Agnese completamente ricostruita nel dopoguerra, la pieve di Cispiano ad unica navata, e la pieve di S. Quirico ad unica navata e con campanile a vela successivamente aggiunto.

L'itinerario si conclude a Castelnuovo Berardenga dove, poco fuori dal paese, si può vedere l’antica pieve di Santa Maria a Pacina già ricordata nell’VIII secolo. Di particolare nota l’originale campanile cilindrico. Poco distante, nelle vicinanze dello storico colle di Montaperti dove il 4 settembre 1260 i guelfi fiorentini furono sonoramente sconfitti, si può vedere la piccola caratteristica canonica di Sant’Ansano a Dofana, un edificio ottagonale della fine del XIII secolo. Nei dintorni del borgo medievale di San Gusmé cè la chiesa dei SS. Cosma e Damiano di epoca carolingia e, a circa 10 chilometri, l’ottima pieve di San Vincenti che nel VII sec. godette dell’appellativo di “basilica”.


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