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Nico Bignami

Cina addio e altri racconti

ISBN 88-86428-10-3
Formato: 13 x 20
Pagine: 197

Prezzo: Euro 12,00

L’autore accompagna il lettore attraverso alcune vicende ed esperienze della sua vita: la lunga permanenza in Cina, il soggiorno in Canada e i viaggi avventurosi hanno ispirato molte delle storie raccolte in questo libro. La descrizione dei luoghi e il modo di raccontare danno a chi legge l’impressione di far parte dei fatti narrati, suscitando un universo di colori, di profumi, di odori. In diversi racconti, in genere brevi leggeri e divertenti, fatti e personaggi sono delineati con il tratto rapido e sicuro tipico del bozzetto. Numerosi sono i racconti in cui ci si sorprende a ridacchiare, quelli che inteneriscono, che lasciano pensosi.

Nico Bignami è nato in Italia. La sua attività di imprenditore, la sua passione per l’aviazione e il suo spirito avventuroso lo hanno fatto viaggiare per tutte le contrade del mondo. Nel 1978 ha visitato la Cina per la prima volta. Attratto da quella civiltà è poi ritornato in Cina numerose volte, studiandone lingua usi e costumi. Si è trasferito in Canada nel 1983. Dal 1987 al 2002 ha lavorato in Cina come consulente aeronautico. Ha pubblicato articoli e racconti in Italia, poesie e racconti (in cinese) nel Beijing Literature Magazine e in giornali cinesi di Montreal. Ha pubblicato in Canada il libro di racconti, in italiano, Cina e dintorni e, negli Stati Uniti, San Bu – A collection of short stories.

 

Leggi un brano

 

In effetti il vero nome del ristorante situato nei locali sotterranei dei grandi magazzini Sci-Tech sarebbe Tai Bei Restaurant, ma io lo chiamo Lesbian Café, perché  la prima volta che vi andai ero  in compagnia di una ragazza originaria della provincia dello Hunan che mi disse candidamente di essere lesbica:  una delle poche che ammettono pubblicamente di esserlo, in Cina, dove molte cose sono ancora tabù.

Sai, mi disse, io ho adottato il nome di Lorelei, e se  conosci la leggenda capirai che non ho grande simpatia per i maschi.

Avevo incontrato Lorelei, per caso, nella sala giochi dell’albergo Kailai dove a volte andavo  per ammazzare il tempo. Un posto frequentato più da ragazzini che da adulti.

Assolutamente non un posto da lesbiche che dovrebbero trovarsi, secondo quel che si dice, nelle discoteche o nei bar per donne sole.

Finito il pasto, piuttosto frugale, risalimmo alla superficie e lei, dopo pochi minuti, sparì in un tassì.

Peccato, pensai, peccato che sia una lesbica; è piuttosto graziosa, e sembra avere una bella personalità. Mai incontrato nessuna come lei  prima di allora.

Camminando lentamente verso casa  pensai che forse   aveva inventato la storia  tanto per sbarazzarsi di me; si  è saputo di questo trucco usato da donne che non vogliono essere importunate.

Per togliermi il dubbio bisognerebbe  verificare e  scoprire la verità, pensai. Niente di più semplice, dato che un mio amico, un tale Liu Min, ha una segretaria che è fortemente sospettata di essere una di loro. Si mettono insieme le due ragazze e si vede cosa succede.

Il venerdi successivo  eravamo seduti in quattro al ristorante che si trova all’ incrocio della via Dongda con la Guanghua. Le due ragazze si piacquero a prima vista, e non si tolsero gli occhi di dosso,  per tutto il tempo. Dopo cena  entrammo in un tassì diretti da qualche parte per bere  e sentire della musica; dopo nemmeno dieci minuti dalla partenza  Lorelei chiese di interrompere la corsa;  lei e l’altra ci lasciarono senza dare spiegazioni. Tenendosi sottobraccio si allontanarono  senza nemmeno salutarci.

Sì, le due erano certamente lesbiche, travolte da instantanea passione; io e Liu Min  finimmo la serata a bere coca cola e a sentire musica  nella Sanlitun, la strada dei bar.


 

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sulla Cina

CINA ADDIO
E ALTRI RACCONTI


10th Blue Metropolis Montreal International Literary Festival

April 30
May 4
2008

 

SATURDAY, MAY 03 2008 @ 2:00 PM
#84
ROAD TO CHINA
China seen from within and without, through the eyes of Chinese and Canadian writers, in reality and in the imagination. Readings with commentary.
With Nico Bignami, Linda Leith, Ying Tang, Shi Yu.
Hosted by Yan Liang. Duration: 1:15

Shanghai Writers' Association
DELTA CENTRE-VILLE - VERRIÈRE B ENGLISH
25 Ottobre 2006 Mangetsu  Libreria.
Libri di lingue e culture dell'Asia orientale e del sud est asiatico
.
http://www.mangetsu.biz/news/cina_addio.htm
Ottobre 2006 Rewiew
 
Cina addio
01/10/2006
di Pisino 
“Cina addio” di Nico Bignami.
www.scrivi.com/pubblicazioni.asp?id_pub=260182

 

30 agosto 2006

 

Recensione a firma Claudio Antonelli sul settimanale “Il Corriere Italiano” di Montreal (Canada) del libro “Cina Addio” di Nico Bignami.

L’Osservatorio a cura di Claudio Antonelli

Tratto dal Corriere Italiano, Montreal
del 30 Agosto 2006

Gli scritti — sono quasi tutti dei racconti — della prima parte di "Cina addio e altri racconti" (Bagno a Ripoli: Edarc, 2006. 195 p.) di Nico Bignami sono nati da una serie di lunghi soggiorni dell'autore in Cina. Nella seconda parte abbiamo gli "altri racconti", che spesso sono testimonianze di vita in Canada, dove Bignami si è stabilito dall'Italia. Ma anche in essi fa capolino spesso la Cina.
"Cina addio" permette al lettore di scoprire le sfaccettature di questo "altrove" complesso e affascinante. Di stile vivace, piacevole, aderente alle cose, i racconti cinesi contengono dei tratti fondamentali ricorrenti. Essi sono: l'amore dell'autore per la Cina; il mistero del fascino della donna cinese: la conclusione quasi sempre imprevedibile dell'avventura cinese dell'eroe di questi racconti che non è mai lo stesso, ma che ha una caratteristica comune: è un individuo solitario in fuga da un passato europeo su cui a noi lettori non è dato sapere molto. È evidente che l'eroe rappresenta l'autore stesso. Si avverte però che Nico Bignami – uomo avventuroso, entusiasta della vita, aperto alle differenze di cultura – vuole dirci qualcosa di più.
Infine lo fa chiaramente: la patria – ci dice – è un'invenzione di retori, noi siamo cittadini del mondo. "Solo i mediocri [...] hanno bisogno di identificarsi con un territorio, una cultura, una bandiera o una lingua."
E che posto fare alle identità culturali?         
Dopotutto, i particolarismi del mondo cinese esprimono i limiti che il paese di nascita imprime nel foro interiore dei suoi figli. In altre parole, i cinesi sono diversi da noi. La testimonianza di Bignami sulla sorte spettata a certi cinesi d'alta cultura che si sono trasferiti qui da noi, naufragando nell'impietosa realtà quebecchese, è un'ulteriore conferma dei limiti che ognuno di noi porta in sé: limiti di lingua, cultura, abitudini, sensibilità. Nico Bignami, che in ciò – oso dire – è molto italiano, sembra invece dirci: "Ma fate come me! Io sono andato a vivere in Cina. Ho imparato il cinese, tanto da pubblicare persino poesie in cinese in una prestigiosa rivista letteraria di Pechino. Mi sono adattato alla Cina, così come mi sono adattato al Canada, senza sentimentalismi, senza nostalgie, sempre pronto a ricominciare."
L'insegnamento maggiore di questo libro, di piacevolissima lettura, è proprio questo sprone al nuovo, all'osare, al viaggio, alla partenza.
E parlando di partenze, all'improvviso mi si chiarisce un altro elemento profondo che accomuna i protagonisti dei racconti di Bignami, eroi solitari in perenne viaggio, sprovvisti di passato e che vivono la Cina come un'avventura: essi non sono degli emigrati. dei trapiantati, degli esseri che vivono la sofferenza dell'adattamento in un mondo fatto da altri, ma sono dei viaggiatori con un biglietto di ritorno in tasca. Sono in fondo dei turisti, "di lungo periodo" come direbbero oggi in Italia, ma pur sempre turisti. E occorre aggiungere: turisti di lusso.
Lo straniero occidentale in Cina, ce lo dice lo stesso Bignami, è visto – soprattutto dalle donne cinesi, e tale particolare ha la sua importanza – come un essere speciale, di riguardo, nettamente al di sopra della gente locale. Insomma, lo straniero in Cina gode di uno status speciale. Questo, secondo me, spiega almeno in parte l'intensità del fascino della Cina su Bignami. In altre parole, i protagonisti dei suoi racconti non sono stati costretti, come è successo a molti di noi, a lavare piatti in un ristorante e a subire i pesanti stereotipi antitaliani. Quando si va in un paese dove vigono nei confronti dei nuovi arrivati pregiudizi favorevoli, e non pesantemente sfavorevoli, e in più si ha in tasca un biglietto di ritorno, l'estero è atto a suscitare forti entusiasmi, mentre all'idea di patria vanno disdegnosi giudizi di scherno e di condanna.

   
   
   

 
 

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