|
L’ANGOLO DELLA POESIA
“…espressione di un contenuto
spirituale in corrispondenza di schemi ritmici e
stilistici…” più o meno così i dizionari definiscono
generalmente la POESIA, la più alta delle creazioni
dell’ingegno umano per descrivere sentimenti, passioni,
fantasie, invettive, stati d’animo…
A noi è sembrato bello dedicare una pagina del ns. sito alle
creazioni poetiche.
Qui pubblicheremo liberamente, e a parte che ci piacciano, e
senza alcun obbligo le poesie che vorrete inviarci.
Sarà un piacere per voi, per noi, e per tutti coloro che
amano leggere in versi.
|
“…Vuote le mani, ma pieni gli occhi del ricordo di lei…”
Ibn
Hamdis (1055 – 1133)
poeta arabo siciliano
|
Abbiamo perso ancora
questo
crepuscolo
Nessuno ci
vide questa sera
con le mani
unite
mentre la
notte azzurra
cadeva
sopra il mondo
Pablo Neruda
|
ALLORA…
di Giulia Badoglio Beccaris
Quando i
tuoi occhi sorridono
E brillano d’infinito
Riflettendo il lago dei tuoi sogni,
Quando le tue labbra si chiudono
E la tua mano si apre
E mi accarezza dolcemente il viso,
Quando la mia mano
Sfiora il tuo petto
E il respiro si blocca,
Come il tempo,
Come la luce che diventa buio,
Quando cadono i petali,
…allora mi ami.
Dall’antologia “ORME”
|
COME MAI NESSUN’ALTRA COSA
di Enrico Casalini
L’aurora
di un altro giorno
sorge davanti a me.
Ed io mi sveglio e penso a te.
Tu che nella notte fosti sogno.
Ti penso, sei in me,
come mai nessun’altra cosa.
Dalla raccolta “Canti
di Pueril Malinconia”
|
Verde (30-10-99)
di
Marco Flammini
Occhi verdi
Nella verde natura
Luminosi si stagliano
Come gocce di
Un verde mare,
La verde beltà esaltando
Di colei che
I miei verdi pensieri
Rallegra.
Dall’antologia “ORME”
|
Sensi
di Nunzio Marra (Marziza)
Voglio le
ali
Per volare.
Voglio la mente
Per pensare.
Voglio un cuore
Per amare.
Voglio le mani
Per toccare.
Voglio i piedi
Per camminare.
Ma,
Non voglio gli occhi,
Così non vedrò
Quello che succederà!
Dall’antologia “ORME”
|
EFFIMERA
di Marco Ostan
Non ci
resta che un attimo
un battito d’ ali,
tra il grigio del cemento
e il grigio del cielo;
non chiedermi il domani.
I nostri baci
non sono che lampi fugaci
in una notte senza luna.
Dall’antologia “ORME”
|
Sul sedile restano soli
di Alex
Tonelli
Sul sedile
restano soli
Fili di capelli chiari,
Traccia sbiadita
Di un ricordo dolce.
Di un’emozione e di una mano
Che mi culla,
Il tuo volto che sorride
Un po’ triste al mio bacio.
Serata incantata
(che l’abbia sognata)
Di essa resta solo
Il crine biondo.
Dall’antologia “ORME”
|
Frutti di Demetra
di Francesco Mercadante
Ci rimane
un sogno
e del sogno la sorgente luminosa
rei di colpe sconosciute
tradimenti,
luccicanti boicottaggi,
confessioni,
congiure d’altri tempi.
L’ombra
s’incurva
sull’infanzia
tribale
dell’aria
che respiriamo parlando
d’altri o di passioni.
Nell’addio
dei dolci gesti
in cui madri e padri donavano
fiabeschi rabbuffi di premura
in testamento
tiene banco
il compianto degli amanti,
unici abili
servi dell’ineluttabile
a rimare con le piogge agostane.
da “Il
soffio della Grande Madre”
|
O CAPITANO! MIO CAPITANO!
O Capitano! Mio Capitano! il nostro duro viaggio è finito,
la nave ha scapolato ogni tempesta, il premio che cercavamo
ottenuto,
il porto è vicino, sento le campane, la gente esulta,
mentre gli occhi seguono la solida chiglia, il vascello
severo e audace.
ma, o cuore, cuore, cuore!
gocce rosse di sangue
dove sul ponte il mio Capitano
giace caduto freddo morto.
O Capitano! Mio Capitano! alzati a sentire le campane;
alzati - per te la bandiera è gettata - per te la tromba
suona,
per te i fiori, i nastri, le ghirlande - per te le rive di
folla
per te urlano, in massa, oscillanti, i volti accesi verso di
te;
ecco Capitano! Padre caro! Questo mio braccio sotto la nuca!
E' un sogno che sulla tolda sei caduto freddo, morto.
Il mio Capitano non risponde, esangui e immobili le sue
labbra,
non sente il mio braccio, non ha battiti, volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il viaggio finito,
dal duro viaggio la nave vincitrice torna, raggiunta la
meta;
esultate rive, suonate campane!
Ma io con passo funebre
cammino sul ponte dove il Capitano
giace freddo, morto.
Walt
Whitman
|
|
|
|