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Reno
Bromuro
Le ali dell'anima
romanzo
ISBN
978-88-86428-32-3
Formato: 13 x 20
Pagine: 256
Prezzo: Euro 15,00
Reno
Bromuro scrittore, regista, attore e giornalista nato a
Paduli (provincia di Benevento) debutta in teatro con un
atto unico «Pascalino ‘o piscatore», nel 1953, in cui
affronta il problema degli invalidi permanenti di guerra e,
per la prima volta, l’esperienza del teatro che amalgami
parola – gesto - suono in contrapposizione alla
tradizionalità del teatro italiano.
Nel 1957 fonda a Napoli il «Centro Sperimentale di Ricerca
per un Teatro Neorealista», manifestandola nel dramma «Il
vaso dei sogni perduti» rappresentato dal 13 dicembre dello
stesso anno al Teatro Bracco. Nel 1970, fonda a Roma la
Compagnia di Prosa «I Corinti» con la quale, rappresenta nei
teatri De’ Satiri, delle Muse, de’ Servi un dramma sui
pericoli della droga dal titolo «...Quella Maledetta...» in
cui i segni fondamentali parola-suono-gesto-illuminazione
sono tutt’uno con l’azione teatrale, che tende a sviluppare
nello spettatore l’immaginazione della scenografia e del
luogo di azione. Per la prima volta, lo spettatore è
chiamato anche a «scrivere» ogni sera, il finale dell’opera.
Nasceva il «Teatro dell’Immagine o dell’Immaginazione». Dal
1986 continua la sua ricerca teatrale, con i giovanissimi
della Scuola Media Statale San Giorgio di Fregene,
Torrimpietra, La Rustica fondata sulla teoria del Teatro
povero grotowskiano.
E-mail:
renobromuro3@tin.it
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12 giugno 2009 |
Il 12 giugno 2009 il ns. Reno Bromuro,
autore del romanzo "Le ali dell'anima"
ci ha lasciato.
La sua creatività continuerà a vivere nelle opere
create nella sua intensa produzione di scrittore,
regista, attore e giornalista.
Ci mancheranno, tra l'altro, i suoi pensieri
quotidiani, quelli che con grande generosità
dispensava nel giornale on line "Il Baricentro"
sempre ricchi di arguzie, di pensieri elevati, di
poesia.
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12 giugno 2009 |
L'amico
ha preso il volo
Il giorno 12 c.m.
Reno si è spento,lasciando un vuoto in tutti
noi.
La moglie e i figli
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12 giugno 2009 |
Vi scriviamo questa mail per
comunicarvi la scomparsa di Reno
Bromuro, un poeta e critico
letterario che ha rappresentato per il nostro sito
un punto di riferimento importante. Non abbiamo
voluto fare passare inosservato questo momento,
offriamo a Reno tutto il nostro affetto e
pubblicheremo tutti i suoi lavori che ancora
conserviamo nel nostro archivio. Ciao da noi
caro Reno non sarà
possibile sostituirti ma il tuo ricordo ci spingerà
ad andare avanti per rendere sempre più grande lo
spazio che la poesia merita nel mondo della cultura.
Santino Gattuso
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12 giugno 2009 |
Sono profondamente
commosso nell'apprendere la notizia della scomparsa
di Reno Bromuro; avrei voluto conoscerlo e
condividere con lui una piccola porzione dell'arte
di scrivere e di vivere; mi unisco a voi nel
ricordarlo.
Valerio Mello
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"Leggere:tutti"
Mensile del libro e della lettura
numero 23
ottobre 2007 |
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Bromuro Reno
Gio, 27/09/2007
- 17:21
|
Della lunga carriere
artistica di Reno Bromuro,
costellata da numerose
pubblicazioni, da illustri
frequentazioni e da
importanti riconoscimenti,
tra cui il conferimento
della Targa d'oro della
professionalità poetica
conseguita nel 1989
dall'Istituto Superiore di
Studi Umanistici in Roma
"in virtù delle sue
considerevoli benemerenze
acquisite nel novero delle
belle lettere italiane, non
disgiunto dalla serietà con
cui conduce la sua
attività", fino ad oggi
avevo avuto il piacere di
apprezzare solo la cifra
poetica, non già il talento
di romanziere.
Grattarola
|
Settembre/Ottobre 2007 |
Bromuro Reno - Le ali dell’anima
http://www.lankelot.eu/index.php/2007/09/27/
bromuro-reno-le-ali-dell-anima/ |
www.biblogit.splinder.com
lunedì,
03 settembre 2007 |
LE ALI DELL'ANIMA di
Reno Bromuro
Edarc Edizioni, 2007
Pagine: 256
ISBN:
978-88-86428-32-3
Prezzo: 15€
Dell’illustre
parabola biografica di Reno Bromuro, costellata
di ampi riconoscimenti, di famose frequentazioni
culturali e di numerose pubblicazioni, fino ad
oggi avevo avuto il piacere di apprezzare solo
la cifra poetica non già il talento di
romanziere. Deciso a colmare questa lacuna ho
acquistato la sua ultima fatica editoriale, il
romanzo “Le ali dell’anima”, dalla cui lettura
ho ricavato una gradevole piacevolezza.
Si tratta di una
storia meravigliosa, profonda, coinvolgente che
non vorresti finisse mai e che si legge tutta
d’un fiato come un bicchiere di acqua fresca in
un giorno di solleone.
Fin dalle prime
pagine l’autore rivela una raffinata capacità
descrittiva quasi inconsapevole, incidendo le
immagini con la stessa precisione del pittore
sulla tela e portando la scrittura ad un alto
grado di rifinitura.
Pur non muovendosi
in una dimensione autobiografica, egli ci
consegna attraverso il personaggio di Giovanni,
il naufrago esistenziale, il presbite
dell’anima, l’albatro baudeleriano deriso dalla
ciurma, in cui non solo è facile intuire momenti
della vita dell’autore ma addirittura rinvenire
la caratteristica inconfondibile di ogni poeta e
di ogni artista.
Reno Bromuro non
tratteggia in queste pagine un percorso
biografico lineare, ma passando attraverso
l’infaticabile ricerca d’amore di Giovanni,
l’afflizione intensa e disincantata della moglie
Marilena, il delicato trasporto sentimentale di
Mavie ed il prezioso contributo delle altre
presenze femminili che ruotano attorno al
protagonista, dipana la matassa di un intenso e
coinvolgente romanzo sentimentale, facendoci
vivere tutta una vita di affetti, di slanci e di
rinunce amare.
Chiudendo il libro
ho provato un autentico sentimento di
gratitudine per questo straordinario letterato
che giunto al vertice della sua carriera ha
deciso di avventurarsi nel labirinto ove sono
racchiuse le ragioni che fanno di un artista una
creatura fragile ed incompresa, ha affrontato il
Minotauro ed è risalito a raccontarcene la
storia.
Gian Paolo G.
http://www.biblogit.splinder.com/post/13674291/
LE+ALI+DELL'ANIMA
+di+Reno+Brom |
28 Agosto 2007 |
Internet Book Shop.
Commenti
Reno Bromuro «LE
ALI DELL’ANIMA»
Gian
Paolo Grattarola (28-08-2007)
Ho acquistato l'ultima fatica
editoriale del grande poeta e
drammaturgo Reno bromuro, il romanzo
“Le ali dell’anima” , dalla cui
lettura ho ricavato una gradevole
piacevolezza. Si tratta di una
storia meravigliosa, profonda,
coinvolgente che non vorresti
finisse mai e che si legge tutta
d’un fiato come un bicchiere di
acqua fresca in un giorno di
solleone. Fin dalle prime pagine
l’autore rivela una raffinata
capacità descrittiva quasi
inconsapevole , incidendo le
immagini con la stessa precisione
del pittore sulla tela e portando la
scrittura ad un alto grado di
rifinitura. Pur non muovendosi in
una dimensione autobiografica, egli
ci consegna attraverso il
personaggio di Giovanni, il naufrago
esistenziale, il presbite
dell’anima, l’albatro baudeleriano
deriso dalla ciurma, in cui non solo
è facile intuire momenti della vita
dell’autore ma addirittura rinvenire
la caratteristica inconfondibile di
ogni poeta e di ogni artista. Reno
Bromuro non tratteggia in queste
pagine un percorso biografico
lineare, ma passando attraverso
l’infaticabile ricerca d’amore di
Giovanni, l’afflizione intensa e
disincantata della moglie Marilena,
il delicato trasporto sentimentale
di Mavie ed il prezioso contributo
delle altre presenze femminili che
ruotano attorno al protagonista,
dipana la matassa di un intenso e
coinvolgente romanzo sentimentale,
facendoci vivere tutta una vita di
affetti, di slanci e di rinunce
amare. Chiudendo il libro ho provato
un autentico sentimento di
gratitudine per questo straordinario
letterato che giunto al vertice
della sua carriera ha deciso di
avventurarsi nel labirinto ove sono
racchiuse le ragioni che fanno di
un’artista una creatura fragile ed
incompresa , ha affrontato il
Minotauro ed è risalito a
raccontarcene la storia. Gian
Paolo Grattarola
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9788886428323/bromuro-reno/ali-dell-anima.html |
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Reno
Bromuro
«LE
ALI DELL’ANIMA»
romanzo
Tutto ha inizio con questa frase che gli martellava
nel cervello: «C'è sempre una storia dietro una
cicatrice, che lascia rughe profonde nell’anima».
Poi per vincere la lotta contro il martellamento nel
cervello si accende una sigaretta e: «Si aggirò
per casa come un bambino sperduto. Mai gli era
sembrata così immensa! Eppure non era più grande di
settanta metri quadrati. Sapeva che la camera dei
ragazzi era vuota ma aprì lo stesso la porta,
desideroso di vedere qualcuno a letto. La cucina,
sempre in disordine, al mattino, per la fretta di
non perdere l'auto delle sette meno cinque, era in
perfetto ordine; ciò significava che la moglie era
uscita dopo i figli. La stanza che fungeva da studio
e sala da pranzo gli mise dentro un brivido di gelo.
Ritornò nella stanza da letto. Riassettando le
coperte provò una stretta al cuore. Che significava
quel letto tanto grande, quando ti ci senti solo?
L'aveva suggerito tante volte di separarlo: non
aveva più nessun significato, scosse la testa e
ritornò in cucina. La corrente elettrica andava e
ritornava, ad ondate: doveva essere una brutta
giornata!...»
Giovanni dialoga con se stesso facendo considerazioni. È un
procedimento che riprenderà, più avanti, quando si
troverà disteso sul nudo pavimento in attesa di un
aiuto che non arriva. Questo incidente sul piano
della narrazione è oggettiva, ciò che, invece,
diventa dialogo vero e proprio, con ricordi,
rievocazioni, riflessioni, giudizi, anche duri verso
se stesso e verso gli altri, quando oramai ha
perduto ogni speranza di essere salvato.
Per Bromuro sarebbe valsa la pena di raffrontare con
più distacco i propri pensieri addentrato in fatti
che avessero chiarito il male che aveva colpito
Giovanni senza trascurare il variare dei piani della
narrazione sia in sede di delimitazione sincronica,
che interrompendo il flusso della diacronia.
Si può, affrontare, con qualche legittimità, la
misura in cui queste valutazioni hanno un fondamento
positivo e non sono private prevaricazioni del
lettore - ovvero del critico - sul testo; si può
considerare la storia narrata, per
limpidezza di scrittura e più controllato andamento
della prosa. Non per questo vanno trascurate le
fantasie oniriche che sottolineano, anche se con
cautela, le fantasiose invenzione sia generiche, sia
meditate nella collocazione.
Una volta saputo che Giovanni è stato colpito da
“encefalite epidemica” comincia a trasparire la
ricerca di moduli narrativi che modifichino gli
esemplari statuiti, mediante un più libero
esercizio, con lo scambio di pensieri onirici che
si inseguono fino all’ossessione per giungere
all'angolazione di approccio, sul quale è costruita
la storia d’amore tra il protagonista del racconto e
l’immaginosa figura di donna, che sacrifica la
propria libertà per donarsi a lui, dandogli finanche
un figlio.
E da questo momento non si tratta soltanto di
raccontare una storia, ed essa sola; si tratta di
renderne con un massimo di intensificazione le varie
fasi di sviluppo, che cambia pure all'interno delle
singole sequenze, mediante funzionali variazioni di
ritmo e andirivieni di donne che fa nascere anche
tempi distesi e arriva pure il contrasto, di un
fraseggiare più contratto e veloce.
« Cucciolo! - Aveva esclamato.
Cucciolo? Sua madre aveva l'abitudine di
accarezzarlo a quel modo e di chiamarlo "Cucciolo",
con tanta dolcezza. Era stato spinto da uno slancio
di tenerezza e si accucciò in grembo, proprio come
faceva con sua madre quando voleva ottenere
qualcosa. Non si era domandato neanche che aspetto
avesse: dava per scontato che fosse bella. Con
quella voce non poteva essere altrimenti.
Le mani, prima dolcemente, poi sempre più avide, dal
volto scesero al corpo; si cercavano ansanti. I baci
si susseguivano come i secondi sul quadrante di un
orologio, senza mai trovare le labbra. Poi,
evidentemente, le lancette dovettero incepparsi
perché, le labbra si erano trovate e il bacio era
stato lungo e appassionato. Grande e
meravigliosamente fantastico era stato il ritrovarsi
naturale dei sessi. Non credeva a ciò che gli stava
accadendo e... in un’auto, per giunta. Come gli
appariva contrastante, la calma interiore che
sentiva, con l'imperversare della tempesta, fuori
dell'abitacolo»
Con pochi tratti traccia il profilo della donna che gli si dona e
lo aiuta per tutta la durata della storia narrata,
facendo morire, così, le ultime martellature
strozzate negli angoli. Il letto grande e inutile l’
auto dentro la quale ha fatto l’amore per la prima
volta si affusolano mentre l’alba rifrange la
pallida agonia della notte.
Degno di nota è l'uso di un linguaggio metaforico
misto a stilemi denotativi:
«Era stato sublime! Poi allacciati, quasi a nascondere i
corpi uno nell'altro, si erano avviati verso il
mare.
- Facciamo il bagno? - Aveva domandato lei,
trasognata e ancora vogliosa.
- Devo deluderti: non so nuotare.
- Ma tu che cosa sai fare, veramente?
- Lavorare!
- E niente altro?
Aveva provato un senso di menomazione. Mai come
il quel momento avrebbe voluto saper fare tutto, per
non lasciarla sola nella sua gioia».
Più incline ad un manierismo d'epoca si direbbe che Bromuro,
con il suo avvio verista, e perfino le incursioni
nel dominio del più puro stile letterario trova
soluzioni iconiche originali, come quando il
protagonista, le donne che gli ronzano attorno
desiderose di fare l’amore con lui e lui,
impossibilitato a muoversi liberamente cedere agli
abbandoni voluttuosi.
Le pene umane, le fatiche, le privazioni, sono uno
stato di fatto costante ed ossessivo che, se viene
interrotto, lo è, in modo altrettanto ossessivo,
dalla tragicità della ospedalizzazione, o della
morte, che sia. Di fronte a questa serie di realtà
referenti, la posizione di Giovanni, secondo il suo
creatore Reno Bromuro, è più quella dello scrittore
e dell'affabulatore in senso tecnico. Bromuro non ha
la pretesa di proporre, come son soliti fare gli
intellettuali che si investono della «missione»
rivoluzionaria, teorie tattiche o peggio strategie
operative, di indicare obiettivi letterari
rivoluzionari; tant'è vero che, come afferma Paolo
Ragni nella prefazione:
«Io credo che questo grande romanzo sia un inno
all’indipendenza, alla libertà, talvolta anche sopra
alle singole manifestazioni di amore che ci vengono
tributate: perché amore senza libertà non può
esistere, e pare che nessuno riesca a capire bene
questa semplice verità: è cosa del resto
comprensibile, visti gli innumerevoli impegni che la
vita ci fa assumere…»
Viviana Buzzoli |
Estate 2007 |
PRIMA DI PARTIRE PER
LE VACANZE
Atto unico
per un’estate di sogno
Ciccillo:
Carmelì, siamo a posto?
Carmela:
Tutto a posto, Ciccì!
Ciccillo:
‘E pigliato o criaturo? (hai preso il bambino?)
Carmelina:
Sissignore, l’ho sistemato dentro ‘o portanfà,’ncatenato
cu ‘a cintura ‘e sicurezza.
Ciccillo:
Allora, saglie che partimmo!
Il motore dell’auto comincia a ruggire e il mezzo inizia lentamente a
camminare quando Carmelina emette un grido
lacerante:
Carmelina:
Ciccì, fermate, torna arreto. (Torna indietro)
Ciccillo:
Ch’è successo? Ti sei scordata il gas aperto?
Carmelina:
No, abbi pazienza. Ho scordato di prendere “Le ali
dell’anima”
Ciccillo:
Per poter volare tutte le notti?
Carmelina:
No, amore mio, per leggerlo tutte le sere insieme a
te.
Ciccillo:
Nun aggie capito niente ma se lo dici tu?!
Carmelina:
E’ chisto romanzo scritto da Reno Bromuro…
Ciccillo:
Ma sta sempe pe’ ‘nnanz’’e piedi chist’ommo! (ma sta
sempre in mezzo quest’uomo)
|
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La scrittrice Maria Luisa Natale che lo ha letto fresco
fresco uscito dalla tipografia così si è espressa:
«Il
romanzo corre sul filo che separa il vissuto
dall’immaginario, il limite dal desiderio, le
angosce dalle aspirazioni. Nel dibattito fra
fisicità e spiritualità tutto si evolve, si
frantuma, si ricrea, diviene reale.
L’uomo che intimamente sa dialogare con se stesso,
con i suoi personaggi, con le opere d’arte, con il
vento, con il mare e con gli alberi, (beveva la
danza dei rami…) se pur afflitto dai conti da
pagare, da incompatibilità familiari, da nevrosi e
fragilità proprie di ogni essere umano, se pur
inchiodato, insomma, ad una sedia a rotelle, riesce
a camminare.
Lui, così come il racconto, nostalgico, languido,
sensuale, ma anche spavaldo ed incisivo, si esprime
e si realizza totalmente.
Indovinata e curata la prefazione, molto invitante
il primo capitolo. Il resto continua ad incuriosire,
lasciando a volte affascinato, o interdetto, per poi
riprenderti fino ad accompagnarti all’epilogo
desiderando di rimanere ancora nella storia e nel
sogno».
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venerdì
22 giugno 2007
www.poetilandia.com
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Salutiamo con piacere l'uscita dell'ultimo romanzo,
Le
ali
dell'anima,
del nostro Reno
Bromuro.
Un libro che ha avuto una lunga incubazione prima di
essere pubblicato dalla EDARC
Edizioni.
Una storia coinvolgente e, per alcuni aspetti, anche
autobiografica che Vi consigliamo di non perdere per
le Vostre letture sotto l'ombrellone.
http://www.poetilandia.com/index.php?option=com_content&task=
view&id=2874&Itemid=48 |
21/06/2007
www.Arteinsieme.net |
Intervista a Reno Bromuro, autore del romanzo “Le
ali dell’anima “ edito da Edarc.
E’ appena uscita la tua ultima fatica. Ce ne vuoi
parlare un po’, illustrandocene le caratteristiche?
La caratteristica precipua è quella di far gustare
la bellezza dell’amore nelle serate estive. Per chi
si trova al mare, che compagnia sarebbe! Forse è
meglio se ci rimettiamo alle impressioni del critico
che ha scritto la prefazione: Paolo Ragni di
Firenze.
«Le certezze sono quelle note:
una eccezionale capacità di costruire una
storia, due storie, tante storie, che si sommano, si
accavallano, si incrociano, vanno avanti per tutte
le pagine del romanzo, portandoci per mano
attraverso l’evoluzione del protagonista Giovanni,
di Marilena sua moglie, di
Mavie
e di tutto quel cosmopolita insieme di presenze
femminili che gravitano intorno al protagonista. La
storia si snocciola da un anno all’altro,
evolvendosi progressivamente, con salti temporali
che alla fine non lasciano di sorprenderci per la
coerenza che manifestano con quanto siamo andati
scoprendo a mano a mano.
La sorpresa principale è la straordinaria maestria
con cui Bromuro riesce ad articolare i dialoghi,
vera e propria tessitura portante del romanzo. Non
desta sorpresa il fatto che Bromuro si occupi molto
anche di teatro. Si vede facilmente come i
personaggi entrino in scena, escano, riappaiono,
come una pièce teatrale. E il dialogo, sempre
fittissimo, aiuta in modo sbalorditivo a meglio
conoscere quel che si agita nei personaggi, che non
sono mai imbrigliati all’interno di uno sterile
psicologismo, rischio che una storia come quella che
Bromuro narra potrebbe rilevare».
(Paolo
Ragni – dalla “Prefazione”)
In questa opera hai inteso lanciare un messaggio e,
in caso affermativo, quale?
Ogni opera che nasce da
un Poeta ha un messaggio in sé; la bravura
dell’autore sta nel fatto di non cadere nel
moralismo sdolcinato. Ho tentato di dire agli uomini
quello che sento fortemente: lottare per una vita
degna di essere vissuta e camminare mano nella mano
come fratelli figli dello stesso Padre.
Ci puoi parlare dei tuoi rapporti con l’editore?
I rapporti con gli editori sono stati sempre ottimi.
Se qualche dimenticanza c’è stata, da parte loro, è
stata per “smemoratezza”:
dimenticavano le promesse fatte anche per iscritto,
infatti sono andato per
altri lidi, mai per l’offerta migliore, ma per il
comportamento.
Programmi, ovviamente letterari, per il futuro?
Ho in cantiere, forse l’ultima raccolta di poesie
(il mio canto del cigno per “Nostra Signora
Poesia”), una raccolta di saggi sulla letteratura da
Manzoni
a
Tabucchi;
da
Pratolini
a Elsa Morante; poi tra gli stranieri
Sherwood
Anderson,
Walpoli,
Hermann
Esse e altri… altri due
romanzi, tutto il teatro e… se avrò vita anche una
saggistica sui poeti veri del web.
|
Eleonora
Ruffo Giordani
|
«Ogni pagina è un dipinto
che trascina, incuriosisce, coinvolge totalmente il
lettore, lo introduce nella storia dei personaggi
con piacevolezza e trasporto, regala immagini che si
susseguono in sequenze armoniche ed energiche, senza
eccessi.
Un romanzo che sottolinea la bivalenza di figure
così diverse, lontane e nello stesso tempo vicine.
Giovanni personaggio cui manca quella figura che
riesca a cogliere la sensibilità poetica e artistica
di cui è figlio. Uomo cresciuto in fretta immerso
nelle enormi difficoltà che la vita di tutti i
giorni pone come continue risoluzioni a problemi.
Sognatore che abbraccia e sposa l’arte unica forma
d’amore che riesce a regalargli ali per volare sopra
illusioni e realtà. Bambino che si ritrova ancor più
bambino quando le sue giornate s’intrecciano alla
purezza delle espressioni, del piccolo personaggio
all’interno del libro, figura e portavoce di
ricordi. Il sogno della madre, fa dire a Giovanni:
“l’anima tua ha le ali con tante cicatrici, profonde
che credevo rimarginate.”»
|
Diana Moscatelli
|
«L’autore con una
scrittura scorrevole, facile, assai curata, ci
conduce per mano, sia in presa diretta sia
attraverso numerosi flash beck, a percorrere la vita
di Giovanni, uno scrittore sempre in altalena fra le
responsabilità sociali, familiari, personali e i
sogni che lo aiutano a superare le tristezze e le
asperità di una dura realtà, il tutto legato insieme
dal file rouge dell’amore che alla fine è la
salvezza».
|
Andye Hallen
|
«L’intero romanzo, si
tinge d’arte pagina dopo pagina, verso dopo verso.
Se ne assapora l’affetto e l’amore per la propria
terra d’origine, in una frase d’enorme forza e
commozione “Famme turnà a Napule, pe’ piacere” nel
racconto di un Giovanni “cicerone” che spiega e
racconta la storia ed i segreti di un’incantevole
Napoli. (…)
A cui poi succedono i vent’anni di auto-esilio che
lo stesso personaggio si è imposto, nella speranza
di poter riuscire a trovare in un posto asettico ai
suoi ricordi “Patrasso” il senso della sua vita.
La fine del libro con gli innumerevoli suoi colpi di
scena, la lascio scoprire volutamente al lettore…
(…) Ritengo che questo libro, possa dare un forte
abbraccio a tutti quegli artisti figli della
solitaria arte, incitandoli a lottare sempre e
comunque per quegli ideali anche a proprio
discapito».
|
Paolo Ragni
(dalla prefazione)
|
Senza retorica,
“Le ali dell’anima” fa riflettere che molte
volte la nostra vita può rimanere inautentica, persa
dietro a un’infinità di discorsi, di retorica e di
parole, persa dietro a un’infinità di gesti, fosse
anche tra i più cari e mossi da tenerezza, affetto,
considerazione. C’è sempre qualcosa che sfugge alla
comprensione – pare dirci Bromuro - e tutti i punti
di osservazione sono sempre incompleti, parziali,
viziati da faziosità o da un cammino percorso che
guarda all’indietro.
(…) Io credo che questo grande romanzo sia un inno
all’indipendenza, alla libertà, talvolta anche sopra
alle singole manifestazioni di amore che ci vengono
tributate: perché amore senza libertà non può
esistere, e pare che nessuno riesca a capire bene
questa semplice verità: è cosa del resto
comprensibile, visti gli innumerevoli impegni che la
vita ci fa assumere…»
|
Enzo V.
Marmorale
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«Reno Bromuro
giunge al travaglio dell’espressione artistica solo
per interiore coercizione: né ozi, in effetti, né
facilità di esistenza né tranquillità di ambiente
sono nella sua vita o vi sono in quantità tale da
consentire a lui quegli abbandoni spirituali e
verbali che caratterizzano l’arte cosiddetta “fiore
di serra”. Mancano, perciò, in queste pagine sintesi
quintessenziali e lagrime di alambicchi: come quelle
di un famoso poeta antico, essa sanno d’uomo,
hominem sapiunt».
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